La siccità sta favorendo la diffusione del Bostrico tipografo
Da alcune settimane anche in val Rendena sono visibili i disseccamenti causati dalla prima generazione di bostrico del 2022. Come possiamo vedere osservando i boschi sopra la Fasè a Pinzolo, sulla destra idrografica del Sarca. L’evoluzione è preoccupante anche alla luce del perdurare di alte temperature e siccità. Il monitoraggio in corso su tutto il territorio del Trentino ha rilevato un aumento medio delle catture di Bostrico del 22%.
Questo dato conferma che le temperature miti dello scorso inverno hanno causato una bassa mortalità delle colonie e una veloce ripresa degli attacchi nella primavera seguente. Molto complessa appare la lotta per i contenimento di questo piccolo coleottero che trova pochi ostacoli alla sua diffusione nei pochi monospecifici di abete rosso. Un ruolo importante è giocato dagli antagonisti naturali del bostrico, come predatori (coleotteri e picchi), parassitoidi (vespe) e funghi. Pur non essendo in grado di impedire la diffusione, gli antagonisti contribuiscono – assieme ai meccanismi di autoregolazione e all’andamento climatico – a far rientrare le fasi di picco. Per questo motivo, se da un lato l’asportazione immediata delle piante infestate riduce la popolazione di bostrico, dall’altro lato riduce anche la possibilità che si sviluppino organismi antagonisti.
Per cercare di ovviare a questo processo, sono in corso attività di prevenzione e individuazione precoce degli attacchi. Questo insetto, naturalmente presente nei boschi trentini, allo stato epidemico (quello attuale) diventa molto più aggressivo, provocando mortalità elevate e riuscendo a colpire anche piante sane o giovani e in certi casi altre specie. L’andamento stagionale influisce notevolmente sulla biologia dell’insetto e sulla sua capacità di prolungare la fase epidemica. Una situazione che peraltro crea le condizioni perché si sviluppino gli incendi, come accaduto recentemente in diverse zone del Trentino.
Secondo le previsioni del Servizio foreste della Provincia, la diffusione del bostrico in Trentino è destinata a proseguire ancora qualche anno.
In val Rendena risulta particolarmente colpito il versante ovest, che presenta terreni più poveri e siccitosi. Nei boschi sopra la Fasè e Magnabò l’abete rosso sembra destinato a scomparire. Purtroppo il legname bostricato ha un minor valore del legname fresco, e questo costituisce una notevole perdita per le amministrazioni comunali che sono proprietarie di molti nostri boschi.