La solidarietà del Gueret

di Eva Lavinia Maffei

La solidarietà del Gueret

Venerdì 20 ricorderemo il Gueret all’interno di un contesto unico come quello del Premio Internazionale per la Solidarietà Alpina, che ha premiato negli anni personalità dalle grandi gesta. Quella sera mi piacerebbe mantenere il focus sulla solidarietà in quanto componente essenziale della vita dei popoli che vivono in situazioni disagiate o pericolose. Diciamo che nel mondo, laddove il benessere non è scontato o garantito per tutti o quasi tutti, le abitudini solidali vanno in qualche modo a smussare i momenti più duri e intrecciano una sorta di rete di salvataggio per i più deboli. Sicuramente noi trentini siamo un diffuso esempio di volontariato di cui non potremmo fare a meno, proprio perchè la qualità del servizio – penso al soccorso alpino ma anche a tutti i corpi che agiscono nelle emergenze individuali o collettive – dipende sì dalla capacità organizzativa, ma anche da un forte senso di solidarietà che diviene responsabilità personale, dedizione, disponibilità, coraggio e fatica.

Ed ecco che s’intende per solidarietà quel senso profondo di umanità che tutti abbiamo dentro ma che si deve coltivare per esserne consapevoli e saperla condividere.

Mio padre, che ben aveva conosciuto sin da giovane il sapore crudo della sopravvivenza in montagna e che si è forse addirittura formato a livello identitario vicino alla roccia, aveva un modo molto pragmatico, a volte quasi un po’ rude, per spiegare o imporre le regole in montagna. Lo era con noi, come con i suoi clienti, e non lasciava mai passare una mancanza di rispetto nei confronti dell’ambiente e delle persone.

Leggevo qualche giorno fa un bel post di Fabrizio Maffei sull’importanza del saluto in montagna e del fatto che ogni persona che incontriamo sul sentiero vada salutata. Quel saluto non è mera cortesia, bensì un messaggio di disponibilità, un’apertura e un atto di consapevolezza. Così come viene spontaneo avvertire di un crepaccio che si è appena visto o una parte particolarmente scivolosa o pericolosa, allo stesso tempo stiamo dando un messaggio di giovialità che contribuisce a rinsaldare le forze e lo spirito.

Secondo me la solidarietà dentro di noi sta accanto alla libertà, all’indipendenza intellettuale, alla lucidità del libero arbitrio che, abbracciando l’intelligenza emotiva, accoglie la visione del bene comune e non di quello individuale. E se è vero che la libertà a volte ha un prezzo molto alto, dà però sempre all’uomo la pienezza delle sue facoltà, fisiche e mentali e saperle mettere a servizio del prossimo o della comunità è la cima più alta che l’uomo possa raggiungere.