Le tesi di Moena 2.0
“Le tesi di Moena 2.0”
presentazione del convegno in programma sabato 23 settembre alle 14.30
Aula Magna Polo Scolastico di Moena
Per quale riprendere a distanza di 10 anni le tesi di Moena sui cambiamenti climatici che Sat aveva già prospettato nel 2007 ad una folta platea impiantisti, imprenditori, comuni, comunità di valle, Apt, Parchi ed altri enti a vario titolo operanti sul territorio?
“Il motivo è molto semplice ed altrettanto allarmante – ha dichiarato il presidente della SAT Claudio Bassetti stamane durante la conferenza stampa di presentazione del convegno che si terrà sabato 23 settembre sempre a Moena, luogo dal quale aveva avuto origine – le previsioni di allora ipotizzavano un innalzamento delle temperature fino a 2 gradi nell’arco di 50 anni, ma se guardiamo l’ultimo rapporto (2016) sul clima dell’APPA (Agenzia Provinciale Per l’Ambiente) ci accorgiamo che a Trento (Laste) dal 2010 al 2015 si passa dai 12,3 gradi di temperatura media ai 13,8, a Cavalese sempre nello stesso arco temporale da 7,7 gradi di media a 9,7, a Cles da 9,9 del 2010 si arriva a 11,8 nel 2015.
Insomma ai 2 gradi di aumento delle temperature che doveva avvenire entro il 2050 ci siamo già arrivati.
E l’inimmaginabile accelerazione del surriscaldamento globale non risparmia certo il Trentino. Così sabato gli esperti riconvocati attorno ad un tavolo per aggiornarci, ci racconteranno cosa è successo dopo 10 anni all’acqua del nostro territorio (Roberto Colombo), all’agricoltura di montagna (Maurizio Odasso), agli ecosistemi (Alessio Bertolli). Cercheremo ancora di capire quanto è stato fatto in termini di educazione ambientale (Vittorio Ducoli), a livello energetico (Cristian Ferrari), quanto stanno soffrendo le nostre aree glaciali (Thomas Zanoner), che cosa stiamo facendo in termini dipianificazione territoriale (Bruno Zanon) e come adattiamo a queste previsioni il settore turismo e trasporti (Mariangela Franch). SAT peraltro è un osservatore privilegiato di quanto sta accadendo sulla catena alpina, grazie ai suoi 34 rifugi ed ai 780 chilometri di sentieri sui quali ogni anno interviene con rispristini e miglioramenti. Tre rifugi sono stati costretti a chiudere in agosto per mancanza di acqua – sottolinea ancora Bassetti – per fortuna non nella nostra regione, ma abbiamo trattenuto il respiro per tutta l’estate. In termini di sentieri la vedretta del Tuckett non esiste più abbiamo, dovuto realizzare un nuovo tracciato. Uno sconvolgimento totale di paesaggi ed ecosistemi”.
In collegamento via skype da Modena è intervenuto anche Luca Lombroso climatologo di fama internazionale che rispondendo alle domande dei giornalisti ha spiegato che la prima cosa da fare è eliminare gli sprechi e ridurre i consumi. “Fino ad ora – ha dichiarato Lombroso ci siamo cullati nell’idea che le risorse fossero infinite (acqua, gas, combustibili fossili), è stato un brutto risveglio il nostro, che impone una fortissima accelerazione verso le fonti rinnovabili, fotovoltaico, vento, biomasse. Bisogna che le amministrazioni innestino al più presto la marcia del “pensare globale e agire locale” Riguardo ai bacini artificiali per l’innevamento: è verità che prelevando acqua da una parte potrebbe mancarne dall’altra, ma non sono contrario a prescindere. Bisogna vedere caso per caso, intraprendere studi e valutazioni serie prima di intervenire, alle quali però poi bisogna attenersi”.
Roberto Colombo, architetto, rappresentante delle associazioni ambientaliste nella Commissione di VIA, ha indicato due fattori ostativi nei confronti di un nuovo approccio alla pianificazione alla luce di quanto sta accadendo “In Provincia – ha detto – ci sono tecnici preparatissimi, ma mancano gli strumenti legislativi, a livello europeo non esiste una disciplina sugli habitat e a livello amministrativo non esiste un indirizzo politico chiaro. In questo contesto si approva di tutto con decine e decine di prescrizioni, ma i pareri sono alla fine sempre orientati all’approvazione”.
Ma alla fine quali sono i messaggi che SAT dunque manda alla politica?
“Queste saranno le tesi del congresso di sabato 23 settembre a Moena – precisa Claudio Bassetti – in quella sede entreremo nel dettaglio, ma il nostro principio guida è che la gestione del territorio deve puntare al bene collettivo guardando in prospettiva, non è detto che se creo un nuovo impianto sciistico, o un bacino artificiale per l’innevamento sto guardando a un beneficio collettivo. Le strategie di sviluppo sono quelle che ti permettono di individuare nel medio e lungo termine quale sia il vantaggio della collettività, comprendendo il comparto agricolo, silvo-pastorale, sociale e anche turistico, ma un turismo proiettato nei prossimi 30 anni, non certo nei prossimi due o tre”.
Gilberto Bonani presidente della sezione SAT di Moena, ha dichiarato la propria soddisfazione per la ripresa dei lavori sui cambiamenti climatici dopo 10 anni dal congresso del 2007”. La Val di Fassa – ha dichiarato – assurge in questo contesto a terra laboratorio per esplorare nuove strade, con nuove visuali, e siamo veramente orgogliosi come SAT di Moena di portare avanti questa bandiera.