Legambiente conferma la ‘Bandiera Nera’ per Serodoli

di Marco Salvaterra

Ho letto nell’articolo apparso su Giudicarie.com ("Una bandiera nera immeritata" a firma di Ettore Zini) dell’indignazione di Patrizia Ballardini per la pesante stroncatura in tema di ambiente che l’ente da lei presieduto ha ricevuto da Legambiente (unica bandiera nera del Trentino-Alto Adige nel 2013 – 3 in Piemonte, 2 in Veneto e Lombardia, 1 in Liguria, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia).

Queste le motivazioni addotte da Legambiente:

Trentino
Bandiera Nera

a: Comunità di Valle delle Giudicarie
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Motivazione: per aver votato un documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità che, senza una seria analisi dei limiti e delle potenzialità del mercato turistico, prevede un ulteriore pesantissimo sacrificio di territorio e di naturalità, con un altro ampliamento delle aree sciabili in zone ancora intonse e di grande pregio ambientale e paesaggistico.
Il documento preliminare del PTC, recentemente approvato, ipotizza quattro nuove zone, con interventi diversi per tipo ed entità. La pista che da Colarin scenderebbe a località Plaza, e non prevista nel Piano urbanistico provinciale, attraversa zone sensibili e rilevanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico; inoltre sarebbe una pista di scarso interesse sciistico perché tracciata a bassa quota.
Il collegamento impiantistico fra Pinzolo e Campiglio, che era stato a suo tempo realizzato come tracciato per la mobilità alternativa, di fatto si è rivelato un raggiro finalizzato alle nuove piste che sono ora previste nel PTC presentato e mai condiviso dalle associazioni ambientaliste per ragioni ambientali ed economiche.
Pessima scelta, di particolare gravità, è poi quella delle nuove piste e impianti nelle zone di Vagliana – Mondifrà, Malga Darè – Monte Vigo e quelle del lago di Serodoli, nella famosissima zona dei 5 laghi. Ci si muove qui in due zone ancora intatte, rispetto alle quali c’è anche il parere negativo del Parco naturale Adamello Brenta, nel cui territorio insistono gli ambiti toccati dal progetto. Ciò che lascia perplessi è il fatto che il parere negativo del Parco è stato gravemente ignorato.
Stride infine la seguente frase, pubblicata sul sito della Comunità due giorni dopo il voto del Piano, per presentare l’esito del voto in Assemblea: “È stato approvato dall’Assemblea della Comunità delle Giudicarie il Documento Preliminare del Piano Territoriale di Comunità. Una tappa fondamentale di condivisione degli indirizzi per poter procedere con la costruzione del PTC, il Piano Territoriale di Comunità, lo strumento urbanistico che si colloca tra il PUP provinciale ed i PRG comunali. Filo conduttore del Documento Preliminare approvato e quindi del confronto in Assemblea, un nuovo modello di sviluppo che veda nell’ambiente, nel paesaggio e nella sostenibilità i fattori chiave.”
In realtà, il Piano non ha rispetto dell’ambiente e della bellezza, e persevera in una direzione distruttiva di valore e paesaggio nonché di possibilità di una fruizione diversa dell’ambiente montano.

La reazione della presidente Patrizia Ballardini
La presidente della Comunità delle Giudicarie ha dichiarato che questo giudizio negativo è immeritato: soprattutto, perché se c’è un ente giudizioso in materia di tutela ambientale, è proprio la Comunità delle Giudicarie, con il 50% del suo territorio coincidente con quello del Parco Adamello-Brenta, e che annovera quasi tutti i comuni certificati Emas (Eco Management and Audit Scheme) così come la stessa Comunità, con tanto di attestato europeo . “E poi le motivazioni addotte, non hanno attinenza con la realtà. Anzi, significa che non conoscono la materia: che non hanno letto quanto è stato oggetto di approvazione”. “Vadano a vedere i contenuti della nostra delibera. E se ne renderanno conto”. E per questo ha inviato una lettera di protesta al dott. Vittorio Gogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente evidenziando i contenuti non corretti delle motivazioni della Bandiera nera e spiegando che con il Piano Territoriale, “noi – dice la lettera – abbiamo semplicemente identificato un’area di studio per fare approfondimenti, in accordo con i responsabili dell’Ente Parco, su un possibile sviluppo futuro dell’area”. Quindi le motivazioni addotte “sono distorte e non veritiere”. Noi – dice Ballardini – alla salvaguardia del territorio ci teniamo, eccome! Basta vedere le certificazioni ottenute negli ultimi anni e l’impegno profuso nella tutela dell’ambiente: non ultimi, un parco fluviale in arrivo, e una raccolta differenziata vicina all’82%.

La posizione del Parco Naturale Adamello-Brenta
Nella delibera n. 60 del 2 maggio del 2013, il Parco Naturale Adamello Brenta ha dato parere negativo sulle nuove piste nella zona Serodoli.

Legambiente conferma la "Bandiera Nera"
E proprio ieri (15 agosto 2013) è stata data notizia sul quotidiano L’Adige che non sono bastate le spiegazioni date dalla presidente Ballardini nella lettera al presidente di Legambiente. Rimane il giudizio negativo e l’assegnazione della "Bandiera Nera".

Quotidiano L’Adige – 15 agosto 2013

Alcune considerazioni personali

C’è veramente necessità, anche in futuro, di ampliare la "Skiarea Campiglio" andando ad intaccare un’area a quota particolarmente elevata e molto apprezzata dagli escursionisti nel periodo estivo?
I sostenitori dell’ampliamento sostengono che l’area di Serodoli sia perfetta per allargare ulteriormente il comprensorio: arriva a 2.780 metri di quota ed è tutta esposta a nord. L’ideale per il mantenimento del manto nevoso, anche in anni di scarse precipitazioni.
Voglio però ricordare che quest’anno, nonostante le abbondanti precipitazioni primaverili, le piste al Grostè sono state chiuse a metà aprile, e la pista DoloMitica, che arriva a quota 850 m slm, solo 15 giorni prima ! Quindi non servono piste a quote elevate per garantire la sciabilità. Non sarebbe meglio intervenire sull’esistente e rendere ancora più interessante il collegamento con Pinzolo, creando un rientro con gli sci alla partenza del Colarin, e realizzando la pista fino a Plaza (dal versante Doss)? Inutile andare ad intaccare una zona di elevato pregio ed esposta a sud come il tratto Colarin-Plaza. E poi non crea alcun problema allo sciatore un unico tratto in funivia senza pista (ora ce ne sono tre!).
Infine bisogna tener presente che gli interventi con impianti e piste in alta quota provocano gravissime ferite rimarginabili solo in tempi lunghissimi, a differenza di quelli fatti a quote più basse.

E si sarebbe evitato anche questo rilevante danno di immagine al nostro territorio generato dall’assegnazione della "Bandiera Nera" di Legambiente!