Lettera a Campane di Pinzolo
“Egregio signor Brunelli [/A_CAPO]
Innanzitutto comincio con lo scrivere e ringraziare quei professori che hanno sostenuto fino alla fine mio figlio, probabilmente gli unici che l’hanno capito psicologicamente e l’hanno saputo prendere nel modo giusto, tanto che nelle loro materie era sopra la sufficienza. Io credo e sostengo che altri professori di questa terza, e se hanno una coscienza capiranno forse che nei nostri confronti sono stati ingiusti e anche vendicativi. A questi vorrei dire che nell’insegnare non è sufficiente avere studiato psicologia, ma occorre anche saperla applicare, cosa fondamentale per riuscire a capire i ragazzi e i loro atteggiamenti fino in fondo. In particolare mi riferisco a quell’insegnante che crede di fare carriera descrivendo un ragazzo come un delinquente. Nei colloqui che ebbi con lui mi vennero dette parole che avrebbero turbato qualsiasi madre. Me lo ha descritto come il più bullo della scuola ripetendomi più volte che “se avesse avuto anche il “distinto” lui gli avrebbe dato sempre l’insufficienza”. Parole che mi hanno ferito ancora di più. Quel giorno non riuscii finire le udienze presso gli altri professori perché uscii dalla porta piangendo. Mi è stato anche riferito da altro professore che alcuni genitori di questa classe si erano lamentati di mio figlio per un comportamento sul pulmino e a ricreazione. Ma anche qui c’era stato uno sbaglio di ragazzino, o meglio hanno solo confuso il cognome.. E questo professore non ha avuto il coraggio di chiedere scusa per questo grave errore di persona. Bell’insegnamento ha dato a mio figlio! Si tratta di due professori che hanno confuso un ragazzo con un altro, e non una sola volta. Ognuno ha le sue colpe, e anche mio figlio. Ma non è giusto sparargli addosso anche quelle degli altri. Mio figlio è stato punito anche per quello che non ha fatto, ma quei ragazzi che hanno avuto veramente comportamenti di bullismo sono stati perdonati. Forse perché hanno cognomi più importanti? O perché sono più ruffiani?! Ora capisco lo smacco e la sofferenza di quella mamma che l’anno scorso ha vissuto il mio stesso calvario. Sarei lieta che questa lettera venisse esposta sulla bacheca della scuola.[/A_CAPO]
Un mamma.” [/A_CAPO]