Lettera a ‘L’Adige’ sulla visita dell’Arcivescovo
Egr. sig. direttore,
Le scrivo in merito alla visita dell’ arcivescovo Mons. Lauro Tisi al consiglio provinciale ed alle critiche che ne sono seguite.
L’arcivescovo è un uomo semplice, retto, molto sensibile alle problematiche dei giovani, dei poveri, degli emarginati, dei sofferenti, dei profughi, dei carcerati. Non ama stare nel palazzo, e, come discepolo di papa Francesco, ama stare tra la gente, ascoltare i problemi , essere vicino alle persone , ai giovani soprattutto ed ai loro problemi.. “ Il rischio delle istituzioni è quello di essere troppo distanti dagli uomini e dalla realtà: per questo bisogna fare strategie di comunità e dare spazio ai giovani”…. , ha detto il vescovo, Era questo il messaggio che voleva portare al consiglio provinciale. E’ stato una sorta di Modeling (Bandura, teoria dell’appprendimento sociale che evidenzia come persone pubbliche siano modelli significativi ed incisivi e portino cambiamento in ambito sociale). Il vescovo ha dunque un ruolo molto importante , con il suo comportamento non solo fa del bene alle persone ma offre un modello positivo da imitare,
Ha fatto bene Dorigatti ad invitarlo, Molti consigli provinciali, comunali (Roma compresa) dovrebbero invitare una persona come il vescovo come modello positivo da imitare.
Ci sono state critiche di interferenze chiesa-politica, penso che dobbiamo soffermarci sul personaggio che riesce a trascinare con il suo esempio. Lasciamolo lavorare in tranquillità e cerchiamo di essere fiduciosi nella buona riuscita della sua opera. Ben vengano i Modelli positivi da imitare di qualsiasi estrazione (o religione) essi siano.
Gioconda Dorna – Darè, Porte di Rendena
LA RISPOSTA
La visita dell’arcivescovo don Lauro Tisi al consiglio provinciale di Trento è seguita a quella del Dalai Lama Tenzin Ghiatso nell’aprile 2013. In entrambe le occasioni i due esponenti religiosi sono intervenuti non durante i lavori consiliari, bensì prima dell’apertura formale della seduta. Tutti e due i leader spirituali hanno rivolto al consiglio, cioè alla cittadinanza del Trentino, un richiamo etico-culturale ai valori umani e sociali. Nel caso del Dalai Lama non fu sollevata alcuna eccezione da nessuno, né vi furono obiezioni, riserve o perplessità in nome della laicità o della separazione fra religione e politica. Ciò dimostra la totale strumentalità delle voci di protesta nel caso di don Lauro Tisi, e la faziosità delle argomentazioni addotte, ammantate di fanatismo ideologico ottocentesco e pregiudizi anticattolici che sanno tanto di vecchio e di stantio. Quanto detto da don Lauro Tisi non solo si concilia pienamente con i valori civici, sociali e democratici che sono alla base dello Statuto di Autonomia e della Costituzione italiana, ma ha rappresentato un forte sprone etico e spirituale alla politica, che fa solo bene di questi tempi. In realtà dietro le sguaiate prese di posizione, peraltro minoritarie e marginali nel panorama politico e culturale del Trentino, vi è sottesa la pretesa di relegare l’esperienza religiosa- che nei secoli ha dato linfa alla civiltà europea e mondiale, all’arte, alla cultura, alla scienza, alla promozione umana delle persone e alla libertà degli individui- a semplice e intimistica pratica privata, dimenticando invece ( o facendo finta di non vedere)la dimensione pubblica che il contributo del pensiero religioso ha dato e dà alla democrazia, alla partecipazione comunitaria , alla maturazione di valori profondi di accoglienza dell’altro e di fratellanza universale. Laicità non è negazione dell’esperienza religiosa, ma accoglimento e rispetto di tutte le esperienze religiose – dentro le leggi dello stato – perchè possano contribuire a far maturare e a far crescere valori positivi per il bene comune e per la crescita sociale. Le stesse istituzioni non vivono soltanto di procedure giuridiche e di una presunta agnosticità verso i valori, ma al contrario si nutrono , crescono e si rafforzano attraverso i valori che una comunità riesce a esprimere attraverso ogni voce culturale, etica, spirituale presente al suo interno. Per questo non solo la visita di don Lauro non ha intaccato alcun principio di laicità (cosa si dovrebbe dire, allora, del papa che più volte è intervenuto in Parlamento?), ma ha arricchito con il suo intervento e con i valori di cui si è fatto portatore , la riflessione del consiglio provinciale. Valori che sono espressione della esperienza più autentica della comunità cristiana trentina, e che vengono cosi condivisi con il resto della collettività al fine di una crescita del bene comune. Bene ha fatto, quindi il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti a invitare don Lauro Tisi (come pure il Dalai Lama) , e bene ha fatto don Tisi ad accettare l’invito e a portare il suo contributo alla costruzione della –civitas humana- di cui tutti facciamo parte.
p. giovanetti@ladige.it