Lettera al consiglio di amministrazione de “La Cassa Rurale”

Lettera al consiglio di amministrazione de “La Cassa Rurale”

Alla Presidente, al Consiglio d’Amministrazione e al Collegio Sindacale

La Cassa Rurale – Credito Cooperativo Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella –

Società Cooperativa – Società partecipante al Gruppo IVA Cassa Centrale Banca

 

Ill.mi Signore e Signori Amministratori, Sindaci e Soci della Cassa,

in seguito alle precisazioni comunicate nell’Assemblea Territoriale della Val Rendena tenutasi a Pinzolo lo scorso 02 marzo c.a., relativamente all’operazione immobiliare progettata sul sedime della “ex Casa Cacam”, i sottofirmati Soci, sono a chiedere una riconsiderazione sostanziale rispetto alla questione per le seguenti motivazioni:

  • essendo venuta meno l’opzione del trasferimento del complesso degli uffici attualmente dislocati nella storica sede di Via Marconi, in quanto, si scopre ora, sono in ottimo stato per struttura e funzionalità, la base sociale dovrebbe essere chiamata a decidere nelle sedi opportune, magari vagliando alcune alternative, quale altra finalità attribuire all’area attualmente libera, in seguito alla demolizione dello storico edificio di “Casa Cacam”, che ricordiamo, apparteneva ai Soci della ex Cassa Rurale di Pinzolo, oggi La Cassa Rurale;
  • la peggiore delle funzioni che può essere attribuita a quell’area, anche in ragione della volumetria assegnata, è quella di realizzare appartamenti da alienare nel libero mercato, vista la centralità e la delicatezza della zona e la sottooccupazione che normalmente caratterizza le “case vacanze”. Si configurerebbe per sempre come una vera e propria “vergogna speculativa-urbanistica” perpetrata dalla nostra Cassa Rurale;
  • l’ingombro del nuovo immobile, oltre che incupire lo spazio dell’ampia e bella piazza di S. Giacomo, nasconderebbe anche alcuni degli edifici pubblici più importanti di Pinzolo, come parte dell’edificio del PalaDolomiti, il Municipio, nonché la canonica e il teatro “Laurentianum”;
  • l’operazione, se portata a termine, può essere definita senza ombra di dubbio “becera speculazione”, poiché non si tratta di un recupero di spese (per l’acquisto dell’edificio demolito), giacché quelle sono state sostenute dalla ex Cassa Rurale di Pinzolo, quindi dai Soci delle popolazioni di Giustino, Pinzolo, Carisolo, S. A. di Mavignola e M. di Campiglio e non certo dai Soci de La Cassa Rurale, che hanno assunto la proprietà dell’immobile senza “soldo investire”;
  • La Cassa Rurale non ha bisogno per sopravvivere (condizione che giustificherebbe l’operazione) di dar corso a questa speculazione edilizia, data la florida situazione economica del bilancio della Cassa, che presenta ben 11 milioni di Euro di utile e che risulta invece dannosa per la Comunità di Pinzolo, che ha sostenuto gli ingenti oneri per il difficoltoso acquisto;
  • La Cassa Rurale ha acquisito dalla ex Rurale di Pinzolo un ingente patrimonio immobiliare su uno dei territori più rinomati dell’arco alpino, che rappresenta un’ulteriore garanzia della solidità della banca, che deve tuttavia salvaguardare evitando questo tipo di operazioni, che non sono eticamente e moralmente corrette e che nulla hanno a che vedere con gli scopi mutualistici e con le ragioni per cui è stata fondata e opera, così come dispone l’art. 2 dello Statuto, che recita: “nell’esercizio della sua attività, la Società si ispira ai princìpi cooperativi della mutualità senza fini di speculazione privata. Essa ha lo scopo di favorire i soci cooperatori (i “Soci Cooperatori” e, singolarmente il “Socio Cooperatore”; congiuntamente ai Soci Finanziatori, come definiti all’articolo 24.3, i “Soci” e, singolarmente, il “Socio”), e gli appartenenti alle comunità locali nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche degli stessi e promuovendo lo sviluppo della cooperazione e l’educazione al risparmio e alla previdenza nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera. La Società si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta di costruire il bene comune. È altresì impegnata ad agire in coerenza con la Carta dei Valori del Credito Cooperativo e a rendere effettive forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i Soci Cooperatori nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale.

Le alternative a questa laboriosa intrapresa, che garantirà guadagni ai soliti pochi a danno della collettività e di tutta la base sociale, si possono senz’altro ricercare e individuare, tenendo conto non solo del massimo profitto che la speculazione edilizia può offrire. Il riconsiderare la decisione sarebbe dimostrazione saggia e lungimirante, che restituirebbe ai Soci della ex Cassa Rurale di Pinzolo e alla Comunità tutta, un “loro” patrimonio, destinato poi alle generazioni future.

Ci permettiamo di avanzare alcune proposte:

  • cedere l’area al Comune di Pinzolo ad un prezzo ragionevole, tenendo conto che La Cassa Rurale di suo ha speso solo i soldi della demolizione e della progettazione del nuovo edificio; potrebbe recuperare tale cifra magari condizionando la vendita con delle clausole affinché l’area rimanga inedificata a piazza o giardino o a uso pubblico (si ricordi l’esempio della donazione della Conca Verde a Madonna di Campiglio);
  • realizzazione della piazza o del giardino da parte della stessa Cassa Rurale, quale opera meritoria di restituzione di quanto ricevuto dalla Comunità, dedicandola ad esempio ai Soci della ex Cassa Rurale di Pinzolo e combinandola magari con la realizzazione di un “totem” a uso bancomat o per nuove operazioni bancarie digitali;
  • trattare con il Comune di Pinzolo una permuta o una compensazione urbanistica calcolando il valore dell’area in questione con un vantaggio volumetrico nello stabile di M. di Campiglio in fase di ricostruzione.

Tutto ciò premesso, si invita il Consiglio d’Amministrazione a valutare con attenzione quanto comunicato e qualora non abbia prontamente deciso di rinunciare alle attuali decisioni sull’area “ex Casa Cacam” e provveduto ad intraprendere una soluzione condivisa con quanto esposto in questo documento, i sottofirmati Soci

chiedono,

in forza del citato art. 2 dello Statuto di “rendere effettive forme adeguate di democrazia economico-finanziaria e lo scambio mutualistico tra i Soci Cooperatori nonché la partecipazione degli stessi alla vita sociale”,

che venga inserito e trattato specifico punto all’ordine del giorno nella prossima Assemblea Ordinaria programmata per il prossimo mese di maggio ad oggetto: “Destinazione dell’area ex casa Cacam a Pinzolo” e di relazionare puntualmente sull’operazione condotta dalla ex Cassa Rurale di Pinzolo e da La Cassa Rurale specificando:

  • le spese sostenute per l’acquisto dell’immobile dalla ex Cassa Rurale di Pinzolo;
  • la destinazione prevista dalla ex Cassa Rurale di Pinzolo per i volumi del progetto di ristrutturazione;
  • le spese effettive sostenute da La Cassa Rurale per la demolizione del vecchio edificio, sistemazione dell’area e progettazione del nuovo edificio che si intende costruire;
  • la destinazione del futuro edificio secondo il progetto attualmente proposto da La Cassa Rurale;
  • a chi e in che modo La Cassa Rurale intenda affidare i lavori di costruzione e come intenda appaltarli;
  • a chi e a che prezzo presumibile intenda vendere gli appartamenti una volta terminati i lavori;
  • se i soci della Cassa potranno avere precedenza sull’acquisto dei nuovi appartamenti, se ci saranno prezzi calmierati per Soci della Cassa (giovani coppie) e se corrisponde al vero che più della metà degli appartamenti da realizzare sono vincolati dalla legge Gilmozzi;
  • a quale cifra presumibile ammonteranno le spese da sostenere e quindi quale bilancio dell’operazione (spesa-ricavo-guadagno)il Consiglio propone all’Assemblea dei soci.

Chiedono inoltre

Che la presente lettera venga inviata a tutti i Soci in anticipo rispetto all’Assemblea.

Se l’operazione speculativa, dannosa per l’immagine de La Cassa Rurale e della Comunità di Pinzolo deve essere fatta “per forza” in questo modo (sia reso pubblico “per quale forza”) che sia almeno l’Assemblea dei Soci a deciderlo!

Speranzosi di un nuovo ripensamento e una condivisione sulla questione.

 

Pinzolo, marzo 2023