Madonna di Campiglio: un nome unico e una nuova identità visiva
Madonna di Campiglio e la vasta area nel Trentino occidentale, da Campo Carlo Magno al lago d’Idro, con la quale forma la stessa destinazione turistica hanno, da oggi, un nome unico e un nuovo logo, specchio di un brand di destinazione che nasce dalle peculiarità delle terre alte dove si incontrano le Dolomiti di Brenta-Patrimonio dell’Umanità e l’Adamello-Presanella con il ghiacciaio più esteso d’Italia. Segno grafico e logotipo valorizzano la centralità di Madonna di Campiglio e si espandono, per valori comuni ed elementi differenzianti, al più ampio ambito turistico introdotto dalla Legge provinciale di riforma del turismo. La denominazione è Madonna di Campiglio, il segno grafico una “M” che simboleggia l’incontro tra i due gruppi montuosi del Parco Naturale Adamello Brenta. Dal punto di vista ambientale un unicum di straordinario valore aggiunto, elemento unificante e, allo stesso tempo, generatore di identità, storia e cultura. Graficamente un segno che parla del territorio e delle sue diverse anime.
È ufficiale. Da oggi l’ambito turistico del Trentino occidentale che si estende dalle Dolomiti di Brenta al lago d’Idro ha un nome unico e una nuova identità visiva, rappresentativa di un place brand che ha in Madonna di Campiglio il suo gioiello turistico internazionalmente riconosciuto e nell’estesa cornice di luoghi attorno un mosaico di risorse, uniche e particolari, capaci di farsi notare da nuovi e sempre più segmentati target di ospiti.
Integrato con il recente Piano strategico, il nuovo logo è stato ideato da Interbrand, società leader nella brand consultancy che ha collaborato alla creazione di numerosi place brand e brand per la promozione turistica (Chile, El Salvador, Estonia, Tourism Australia) e alla valorizzazione di top brand internazionali (Moleskine, Nissan, Samsung, per citarne alcuni tra molti). Interbrand è stata anche al fianco di Juventus nello sviluppo del programma di branding finalizzato a sostenere il piano di crescita internazionale elaborato dal Club, accompagnandolo ad una rinnovata identità visiva.
Il nuovo marchio, in discontinuità rispetto a quello precedente, storico, ha un design d’alta gamma, coerente con il minimalismo della contemporaneità ed è composto da due elementi: il simbolo a forma di “M” e il logotipo “Madonna di Campiglio”.
La rinnovata identità è sintetizzata in un segno grafico forte ed essenziale. Le due montagne rappresentate nella “M” simboleggiano, in coerenza con l’attuale evoluzione strategica di destinazione, il punto d’incontro tra le maestose Dolomiti di Brenta e le solide Alpi dell’Adamello-Presanella, richiamano la montagna in una delle sue più straordinarie espressioni e sottolineano una territorialità più allargata dove la bellezza nasce dalla convergenza di opposti.
Il logo risponde così alla sfida del Piano strategico di «passare da un logo riconoscibile a un brand fatto di contenuti, lavorando su molteplici prodotti e raccontando innumerevoli storie, grazie alle persone che lo “animano”. Il territorio è ampio e variegato e va interpretato lavorando su posizionamenti multipli, perché diversi sono i prodotti e quindi le persone alle quali ci rivolgiamo», spiega il direttore di Apt Matteo Bonapace.
Il nuovo marchio, immagine di un ambito rinnovato, strumento per un posizionamento più preciso e un coinvolgimento più esteso, “firma” il nuovo storytelling di destinazione finalizzato a rafforzare un’identità di marca che si differenzi dai competitors e sia facilmente riconoscibile dagli ospiti da conquistare.
«Madonna di Campiglio – osserva invece il presidente di Azienda per il Turismo Tullio Serafini – è la “punta di diamante” del sistema turistico, non schiaccia ma traina e supporta le diversità di luoghi e territori, da Pinzolo alla Val Rendena, dalle Giudicarie Centrali alla Valle del Chiese. A sua volta il brand Madonna di Campiglio non viene diluito dalle altre componenti, ma si arricchisce di nuove sfumature, dettagli, ispirazioni, contenuti e storie da raccontare in coerenza con le sue peculiarità».