Non facciamo la fine dei Comuni
Che cos’è l’autonomia? Su wikipedia viene definitiva come “possibilità di svolgere le proprie funzioni senza ingerenze o condizionamenti da parte di altri membri o gruppi esterni” (dal greco auto e nomos/legge).
Ma in Italia c’è ancora spazio per il valore dell’autonomia, e in particolare per quella della Provincia di Trento, o si rischia di fare proprio la fine dei Comuni?
Questa domanda non è totalmente fuori luogo, visto che noi della Provincia di Trento dal 2011 a questa parte stiamo subendo continui attacchi alla nostra autonomia, dalle istituzioni e dalla politica: tagli e ritagli, osteggiamenti provenienti da vari esponenti politici, proposte di riforme di stampo centralista (es. la proposta di riforma del Titolo V della Costituzione proposto dal governo Monti)…tendendo da conto ovviamente che i recenti scandali in Lombardia, in Lazio, in Puglia, in Emilia Romagna e in altre regioni non hanno aiutato.
Tutto questo però ricorda tantissimo lo svuotamento delle funzioni che i Comuni italiani hanno dovuto subire, che stanno subendo e che subiranno: un patto di stabilità fuori da ogni logica (certi Comuni italiani hanno soldi, ma che non possono spendere come ad esempio per pagare delle forniture); tagli e ritagli fra cui gli ultimi che sono praticamente ingestibili, contando anche in questo caso che gli scandali in certi Comuni in Italia non hanno per niente portato buon luce sugli enti locali.
In sintesi questa è stata la fine dei Comuni: un’autonomia riconosciuta solo sulla carta, ma di fatto praticamente inesistente, soprattutto dal lato delle risorse finanziarie; da qui la conclusione che fare il sindaco ormai è diventato più un onere che un onore (e il sindaco del mio paese potrà confermarlo). E questa sembra l’esito in cui giungeranno anche le altre autonomie se non verrà fatto qualcosa.
Per questo sarebbe opportuno che alle prossime elezioni politiche e provinciali del 2013 l’autonomia fosse veramente un punto fondamentale del programma dei partiti e anche delle, più probabili, liste civiche, di pari posizione però con la questione dei giovani (altro tema praticamente tralasciato dalla politica attuale), mettendo in chiaro però che non basta mettere il nome autonomia nella denominazione del partito o della lista e monopolizzarlo, né ovviamente bisogna però “farselo mangiare” e sembrare una compagine che dell’autonomia non interessi nulla, o peggio ancora un compagine anti autonomista.
E chi vincerà alle prossime elezioni provinciali del 2013 dovrà infine essere pronto per affrontare qualsiasi attacco e iniziativa di stampo centralista, per il semplice motivo che il nostro modello organizzativo, oltre che storico, è buono ed efficiente, mentre quello centralista si è dimostrato in tutti questi anni esattamente l’opposto.
Sergio Manuel Binelli