Nota di Joseph Masè – Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta in riferimento alle sentenze di assoluzione della Corte dei Conti
Nota di Joseph Masè
Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta
in riferimento alle sentenze di assoluzione della Corte dei Conti
- 44/2018 – n. 69/2019 – n. 70/2019
La notizia della completa assoluzione dei vertici del Parco Naturale Adamello Brenta da tutte le accuse di danno erariale è diventata oggi di dominio pubblico attraverso le pagine del quotidiano Trentino.
Le sentenze dei giudizi in cui la Procura della Corte dei Conti ha coinvolto il Parco sono state pubblicate da tempo, ma si è preferito mantenere la riservatezza.
Ho sempre avuto fiducia nella Magistratura giudicante, consapevole di avere agito con diligenza e nell’esclusivo interesse dell’ente Parco. Confidavo nell’assoluzione e, ora che la Corte, con solide motivazioni, ha riconosciuto la correttezza dell’operato della Giunta, sono molto soddisfatto.
Le sentenze in questione sono tre. La prima assoluzione interessa la consulenza affidata a Six Seconds per attività di formazione del personale, che è stata pronunciata a dicembre 2018 ed è già passata in giudicato. Le altre due sono state pronunciate recentemente, a dicembre 2019, e riguardano, rispettivamente, l’acquisto e la consulenza per la messa a sistema di un software per il controllo di gestione contabile dell’Ente.
Negli anni della mia presidenza, il Parco è stato purtroppo continuamente sotto attacco, con accuse che hanno destato anche molto clamore e che, come molti ricorderanno, qualche politicante in cerca di notorietà ha abbondantemente strumentalizzato.
Ho subito cinque indagini della Corte dei Conti e un procedimento penale per un presunto abuso d’ufficio, grazie a vigliacchi che denunciano falsità e non hanno nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Tutte queste procedure, infatti, si sono avviate a seguito di segnalazioni formalmente anonime, perché non firmate o firmate con nomi di fantasia. Anche se, in realtà, di anonimo c’è ben poco, dal momento che, sia io sia i miei assessori, sappiamo molto bene chi c’è dietro a queste menzogne. In almeno un caso, peraltro, la denuncia contiene informazioni riservate ed interne che evidentemente sono trapelate da dentro l’Ente e questo mi rammarica molto.
Oltre alle tre indagini definite con le sentenze della Corte, sono stato anche denunciato penalmente per abuso d’ufficio, sempre con lettera anonima. Il procedimento penale è stato definitivamente archiviato per infondatezza della notizia di reato. Altri due procedimenti avviati dalla Corte dei Conti, sempre a seguito di segnalazioni anonime, per presunti danni erariali sono stati anch’essi archiviati già in fase di indagine.
E’ noto che la mia stessa nomina a Presidente è stata molto complessa sotto il profilo politico. Si erano creati due schieramenti, uno favorevole ad un rinnovamento dell’Ente e l’altro che voleva una continuità con il passato. Quando è prevalsa la prima linea, qualcuno non lo ha digerito ed ha fatto di tutto per screditare me e chi aveva sostenuto la mia candidatura. Ma i tentativi giudiziari di paralizzare l’Ente e far fallire il progetto di riforma che avevo preannunciato con il mio documento programmatico non hanno avuto fortuna. Anzi, la Giunta, nonostante le preoccupazioni per le indagini, è sempre rimasta coesa ed ha continuato a lavorare, tanto e a testa bassa, com’è nel nostro stile. Gli assessori mi hanno sempre manifestato fiducia e di questo li devo ringraziare perché non è affatto scontato.
Infine, mi sia concesso di mettere in risalto un aspetto di questa vicenda che dovrebbe indurre alla riflessione coloro che hanno fatto le denunce. Per giorni la Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici del Parco, creando evidente disagio a tutto il personale e portando via scatoloni di documenti. Tutto il lavoro di numerosi militari, che per settimane hanno esaminato documenti, fatto interrogatori e predisposto relazioni, è risultato inutile perché le denunce si sono rivelate totalmente infondate. Il vero danno erariale, inteso come spreco di denaro pubblico, lo ha commesso chi in evidente malafede e per frustrazione personale, non certo in difesa del Parco, ha segnalato fatti inesistenti. Al Parco, di questa vicenda, rimangono il grave danno di immagine e pure la beffa di dovere rifondere le spese legali sostenute per la nostra difesa. Mi auguro che queste persone si facciano un esame di coscienza e valutino bene le conseguenze delle loro azioni.
Avv. Joseph Masè
Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta