Nuova imprenditorialità: precedenza a giovani, donne, disoccupati
Olivi: “Daremo risposta a tutte le 218 domande del 2015 ma vogliamo qualificare di più lo strumento"
Nuova imprenditorialità: precedenza a giovani, donne, disoccupati che si “mettono in proprio” per la prima volta
Sostegno alla nuova imprenditorialità: se il 2015 si è chiuso con ben 218 domande, tutte accolte, per un aiuto complessivo, da parte della Provincia, di circa 10 milioni di euro, pari al 50% delle spese ammesse, l’obiettivo ora è di qualificare ancora maggiormente questo strumento agendo su nuovi e più incisivi requisiti d’accesso. Come? Sarà data priorità ai progetti di impresa che vedano protagoniste le donne, i giovani fino ai 35 anni e i disoccupati da almeno un anno, e soprattutto a coloro di questi che avviano una attività imprenditoriale per la prima volta. E’ questa in sintesi la logica con cui la Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico Alessandro Olivi, ha deciso di rifocalizzare le misure di sostegno alla nuova imprenditorialità, introducendo per il futuro due ulteriori requisiti qualitativi, sulla base dei quali determinare il livello di aiuto. “Confermiamo la validità dell’impianto generale – spiega Olivi – ma nel contempo, anche a valle di un esame approfondito di questa prima fase, abbiamo deciso di selezionare alcune categorie di soggetti cui vogliamo prestare maggiore attenzione: le donne, i giovani e i disoccupati. Soprattutto, vogliamo mettere i sostegni provinciali a disposizione di coloro che per la prima volta si cimentano con un’attività in proprio. L’obiettivo è quello di favorire un maggiore ricambio generazionale e nel contempo una vera e propria svolta di carattere culturale, premiando chi davvero non si è mai cimentato con l’attività in proprio e per la prima volta decide di fare un ‘salto’ dal lavoro dipendente all’imprenditorialità. Siamo soddisfatti del boom di domande registrato nel 2015 e speriamo di fare ancora meglio in futuro. Vogliamo anche introdurre alcuni piccoli correttivi per prevenire l’insorgere di alcuni problemi, come una crescita anomala degli affitti alimentata dall’aiuto provinciale”.
La Giunta ha svolto in primo luogo una ricognizione sulle iniziative presentate a Trentino Sviluppo nel 2015. Le 218 domande, tutte interamente prese in carico dalla Provincia, riguardano già ora per circa il 75% donne e giovani. La distribuzione sul territorio è abbastanza omogenea, indice questo di una vivacità imprenditoriale diffusa. La spesa ammessa è stata di circa 22 milioni di euro; il sostegno provinciale in tutto è stato pari a circa 10 milioni, per un tetto massimo di 50.000 euro a iniziativa. La maggior parte delle domande, 120, ha riguardato il commercio; a seguire artigianato, turismo, industria, cooperazione.
Nel confermare dunque la strategicità di questo sostegno all’avvio di nuove attività imprenditoriali l’esecutivo provinciale ha ritenuto di introdurre due ulteriori requisiti qualitativi sulla base dei quali sarà determinato in futuro il livello di aiuto. In primo requisito, come abbiamo detto, riguarda il riconoscimento della priorità alle nuove iniziative avviate da giovani (fino a 35 anni), da donne (senza limite di età) e da disoccupati (da almeno 12 mesi). A questa prima scrematura che riguarda i requisiti soggettivi dovrà accompagnarsi anche un secondo elemento che consiste nella effettiva novità dell’iniziativa imprenditoriale: saranno valorizzati quindi i soggetti alla prima esperienza in assoluto con l’imprenditorialità.
In questo modo un’impresa avviata da giovani, donne o disoccupati che non abbiano mai svolto precedenti attività imprenditoriali, potrà ottenere un intervento fino ad euro 40.000, in relazione ad una spesa massima di euro 80.000; la percentuale soggetta al finanziamento provinciale è sempre pari al 50% della spesa ammessa, mentre calano di poco le soglie (nel 2015 la spesa ammessa era pari a 100.000 euro).
La Giunta ha inoltre proposto, come già annunciato dal vicepresidente Olivi, di limitare l’intervento provinciale a sostegno dei costi sostenuti dai nuovi imprenditori per l’affitto degli immobili entro un massimo di 20.000 euro, per il quinquennio oggetto di agevolazione, e di fissare contestualmente un limite al metro quadrato di spesa ammissibile, al fine di evitare che l’aiuto provinciale possa determinare un’anomala impennata degli affitti. Questa rimodulazione dell’intervento provinciale sarà prossimamente oggetto di consultazione con le parti sociali prima di approdare in commissione consiliare.
Infine la Giunta ha deciso di mantenere un aspetto decisamente innovativo introdotto ad ottobre costituito dalla nuova modalità di erogazione dell l’aiuto alle imprese che avviano l’attività: si tratta del meccanismo che consente di fornire in anticipo le risorse necessarie attraverso un conto corrente dedicato, da cui possono essere effettuati i pagamenti delle spese ammesse a contributo.