Parco Fluviale della Sarca: approvata la convenzione e il programma degli interventi 2023-2025
Decisione della Giunta su proposta dell’assessore all’urbanista e ambiente Tonina
L’esistenza dei Parchi fluviali e delle Reti di riserve, lo ricordiamo, nasce dalla legge 11 del maggio 2007, che consente la creazione di alcune aggregazioni di aree protette nel caso in cui rappresentino sistemi territoriali di particolare interesse per i valori naturalistici, scientifici, storico-culturali e paesaggistici che racchiudono. La gestione è affidata agli attori territoriali di riferimento, cioè ai Comuni e alle Comunità.
Nell’area in questione, quella del bacino del fiume Sarca, negli anni scorsi erano state attivate due Reti di riserve: nel 2021 la Rete di riserve Fiume Sarca – basso corso e nel 2013 la Rete di riserve della Sarca – medio e alto corso. A seguito dell’adozione del Piano di gestione unitario delle due Reti, avvenuto nel 2019, è stato quindi approvato un accordo di programma per l’attivazione della Rete di riserve Sarca, ricadente su tutti i ventisette Comuni interessati. L’accordo stabiliva una durata fino a dicembre 2022.
Nel frattempo la Rete ha assunto la denominazione di Parco Fluviale della Sarca. Con la delibera di oggi è stato dunque approvato il nuovo testo della convenzione novennale per la riattivazione del Parco Fluviale. Contestualmente è stato approvato anche il Programma triennale degli interventi, per il quale è prevista una spesa complessiva nel triennio di euro 1.317.000 di cui euro 432.000 a carico del bilancio della Provincia autonoma di Trento, euro 480.000 a carico del B.I.M. Sarca Mincio Garda, euro 150.000 a carico della Comunità della Valle Giudicarie, euro 105.000 a carico della Comunità Valle Laghi ed euro 150.000 a carico della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro.
Fra le problematiche al centro del documento, il turismo sostenibile, la gestione della mobilità, l’agricoltura biologica, la conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat dei siti Natura 2000 (direttive europee Uccelli e Habitat), il sostegno delle tradizionali attività che fanno riferimento all’uso civico, alla selvicoltura, alla zootecnia, all’agricoltura di montagna, alla raccolta del legnatico, alla caccia e pesca, alla raccolta dei funghi e dei frutti del bosco e all’apicoltura.