Pasquetta: il giorno dell’Angelo
Giorno felice, dedicato alle uscite di famiglia, al pasto “frugale” in un pic-nic o alla consumazione degli avanzi del ricco pranzo pasquale.
Il significato religioso di questa festa consiste nel ricordo dell’annuncio dell’Angelo alle donne accorse al santo sepolcro della resurrezione di Gesù Cristo.
Un angelo dal bel viso, dipinto presumibilmente dai Baschenis nel ’500, compariva timidamente sopra la porta di un avvolto a Baldino fino a qualche anno fa, quando è stato nascosto da un po’ di materiale legnoso collocato davanti al piccolo affresco. Si suppone che quel locale potesse esser anticamente adibito al culto. Per fortuna un Baldinese d.o.c. , appassionato delle opere d’arte anche “minori” del proprio paese, Ezio Bonomi, lo aveva ritratto con la fotocamera.
Lo aveva notato anche il piccolo (nel 1998, ora ultratrentenne) Andrea che tutti i giorni passava lì davanti per recarsi a scuola o in centro a Pinzolo. Ne ha scritto una bella poesia il dialetto, riportata anche sul libro “I segni del sacro in Val Rendena” curato da Danilo Mussi stampato recentemente e presentato a Giustino con l’intervento del Vescovo di Trento.
L’angiul (pitöra dal Baschenis)
di Andrea Bonenti, 1998
Tüc’ i pop i gà l so angiul.
Niaftri da Bafdim ga n’ùm dü:
parchè gùm anca l’angiul
pitürà sal mör da la casa dai Sisti
ca l ni völ ben.
Quanca pasum di lì
ni par ca l si distaca dal mör
e l vegna cun niaftri
a farni cumpagnia.
L’é già da quatrusentu agn
ca tüc’ i pop chi pasa di lì
nu i gà mai pora gnanca quanca l’é scör
propriu parchè ghi par da sinter
ca l’angiul al camina cun öi.