Project Financing Malga Cioca
Partito un po’ in sordina e non si sa fino a che punto se per un preciso volere di questa amministrazione, il progetto di rifacimento di Malga Cioca ha calamitato l’attenzione del nostro Primo cittadino che quando punta qualcosa è capace di una determinazione e di una caparbietà non comuni.
Il primo progetto arrivato sul tavolo del Sindaco è quello redatto dall’impresa Rossaro di Tione in collaborazione, sarà un caso, con l’attuale Presidente del C.d.A. della Società Funivie.
Questi imprenditori, il primo per ottenere una lucrosa commessa ed il secondo per aggiungere un’altra perla alla sua serie di ristoranti in quota, hanno rammentato alla nostra amministrazione comunale che siamo in possesso di un bene patrimoniale (la Malga Cioca, appunto) situato in una posizione strategica e che sarebbe opportuno sfruttarlo commercialmente.
Trovo strano che il nostro Sindaco e il suo staff abbiano la necessità di farsi ricordare da persone esterne all’amministrazione l’esistenza di beni che, se opportunamente messi a reddito, possono garantire cospicue entrate ordinarie a favore del bilancio comunale.
Trovo ancora più strano che i nostri amministratori, una volta appreso l’interesse dei privati per Malga Cioca, anziché aprire gli occhi e gestire l’operazione in proprio, si riservino un ruolo marginale lasciando ancora una volta condurre il gioco alla speculazione privata.
Nulla di nuovo sotto il sole perchè, a pensarci bene, si ripetono – con leggere variazioni sul tema – i casi della Centralina del Cinglo e dell’acquedotto di Cornisello: se l’affare è lucroso lo fanno i privati, se c’è da rimetterci si fa avanti il Comune.
Privatizzare gli utili e socializzare le perdite. Al canto di questo motto, la nostra Bella Italia, dal dopoguerra a oggi, è stata depauperata da migliaia di operazioni "Cinglo" dove chi dovrebbe avere a cuore gli interessi pubblici dimostra sistematicamente di preferire quelli privati.
Se andate a leggere gli atti amministrativi dell’operazione "Finanza di progetto Malga Cioca" si trova scritta, nero su bianco, la bugia che sta alla base di tutto: il Comune ha iscritto nel bilancio di previsione 2013 la ristrutturazione stanziando l’importante cifra di 0 (zero) euro cedendo di fatto l’intera operazione ai privati.
Invito chi legge a dare un’occhiata, sul sito internet del Comune, all’autentico diluvio di soldi con il quale è stata patrocinata la miriade di associazioni che gravitano intorno alle casse municipali. C’è di tutto e di più. Accanto a nomi di gruppi che costituiscono il vero fulcro dell’attività associazionistica paesana e che curano importanti settori giovanili (banda, coro, Vigili del Fuoco, Trasporto Infermi, società sportive) ci sono enti sconosciuti o costituiti solo con il precipuo scopo di attingere a finanziamenti pubblici.
Scopriamo, ad esempio, che il Comitato "Uno-cinque-cinque-zero" (per intenderci, il salotto buono dell’Assessore Binelli) ottiene, in due tranches, la bella sommetta di 20.000 euro per l’organizzazione dell’evento "TREPERTRE".
Veniamo a sapere che le parrocchie di Madonna di Campiglio e di S. Antonio di Mavignola hanno, entrambe, un sacrestano che viene retribuito anche con i soldi del Comune.
Oppure che l’acquisto delle giacche per i nuovi membri del Consiglio Direttivo della locale sezione della Sat è stato finanziato dal Comune.
Il finanziamento di maggior spessore (300.000 euro) è riservato all’A.P.T..
Al secondo posto per importanza economica c’è lo stanziamento di 106.000 euro per un altro costoso giocattolo dell’Assessore Binelli, il Comitato Inter.
Mi riesce difficile capire perché la gestione di quella che, a detta dell’amministrazione, è la manifestazione più importante dell’intera annata debba essere sottratta all’A.P.T. e affidata ad un comitato che, usando le casse comunali come fossero un bancomat, spende i nostri soldi senza alcuna procedura di evidenza pubblica ergo senza dovuta trasparenza.
Insomma, per farla breve, il Comune finanzia tutto e tutti a suon di bigliettoni ma, stranamente, non riesce a finanziare la ristrutturazione di uno stabile costruito dai nostri avi. Qualcuno di loro si rivolterà nella tomba sapendo che, con tutto il nostro benessere, non siamo in grado di garantire autonomamente un futuro al capitale che hanno saputo accumulare a costo di sacrifici inenarrabili.
Tutto questo per dire che non credo a questa incapacità del Comune di gestire con fondi propri il progetto di Malga Cioca perché basterebbe elargire con un po’ più di attenzione i contributi, attualmente distribuiti a pioggia con il solo scopo di acquisire il consenso, e salterebbe fuori come d’incanto la quota di ammortamento del mutuo per le opere di ristrutturazione.
Sono convinto invece che il Comune di Pinzolo, ancora una volta, abdichi alle sue prerogative di ente proprietario in favore dei privati, facendo loro un grande favore.
E in cambio di cosa? Una struttura di questo tipo, al termine della concessione, sarà ridotta ai minimi termini perché da un lato chi la progetta e la realizza non ha certo l’interesse a fare le cose troppo bene e dall’altro chi la utilizza – soprattutto negli ultimi anni – non farà più le dovute manutenzioni. Il risultato? Alla scadenza del termine verrà restituito al Comune un immobile fatiscente, che necessiterà di gravosi interventi manutentivi per poter essere nuovamente utilizzato. Dov’è l’interesse pubblico se fra venti-trent’anni avremo una situazione peggiore di quella attuale?
Desta non poche perplessità anche un altro fatto. Il ristorante di Malga Cioca potrà contare su un cospicuo afflusso di clienti solo se l’impianto del Tulot sarà in funzione e da qui la necessità per i gestori di avere un buon rapporto di collaborazione con gli impiantisti.
Chi garantirà l’assoluta imparzialità di comportamenti da parte delle Funivie se Malga Cioca verrà gestita da soggetti diversi rispetto a quelli che attualmente monopolizzano la ristorazione in quota e che annoverano tra le loro fila anche il Presidente del C.d.A. della Società Funivie?