Quale futuro per Massimeno?
QUALE FUTURO PER MASSIMENO
I piccoli comuni montani sono una risorsa o un limite per la comunità e al loro interno portano benefici o limiti ?
E’ da questa domanda che dobbiamo iniziare a prospettare il futuro del comune di Massimeno.
Si è visto, nel recente passato, che molte politiche economiche della Provincia di Trento sono rivolte all’accorpamento dei comuni e, ove questo non è successo, si è ritenuto di associare i servizi tra i comuni limitrofi.
Le cosiddette gestioni associate obbligatorie, esse non comportano la nascita di un nuovo soggetto giuridico ma dà luogo ad accordi e convenzioni tra i Comuni rivolti allo svolgimento di servizi attraverso i mezzi strumentali e le risorse umane messe a disposizione dagli stessi.
Le funzioni e i servizi oggetto dell’accordo, benché svolti in forma associata, restano sempre nella titolarità dei Comuni partecipanti alla convenzione stessa.
Ciò è stato imposto pure a Massimeno, ma le gestioni non hanno garantito un servizio adeguato ai cittadini, nello specifico, gli stessi censiti hanno avuto disagi nel recarsi negli uffici comunali per l’interruzione del pubblico servizio, per la chiusura o apertura a singhiozzo degli uffici nei giorni della settimana, causando disagi, soprattutto alle persone prive di mezzi privati.
Lo stesso Assessore Mattia Gottardi definiva la gestione associata: ” un fallimento certificato”, a seguire la gestione associata dei comuni di Giustino Pinzolo Carisolo e Massimeno è stata interrotta trasformandosi in convenzioni volontarie associate con Carisolo e Giustino per gestire il settore finanziario e tributario.
Un piccolo comune deve assicurare le medesime funzioni di enti maggiori e spesso non ce la fa. Per questo, oltre alla questione dei costi, c’è il tema della sostenibilità e della qualità dell’offerta dei servizi, dell’attrattività del personale che, in tali condizioni, opta per le dimissioni e i concorsi vanno deserti, vedasi ad esempio la lacuna nella figura stabile di un segretario comunale.
La Corte dei Conti nella propria analisi sottolinea opportunamente il tema dell’alta incidenza della spesa per assicurare le funzioni amministrative nei comuni al di sotto dei duemila abitanti.
È un allarme che condividiamo, sono a rischio la sostenibilità e l’efficienza dell’intero sistema istituzionale rappresentato storicamente dai comuni in Trentino, occorre proseguire con lo strumento delle fusioni.
Registriamo quotidianamente a Massimeno la carenza diffusa di personale e di figure fondamentali di riferimento per assicurare i servizi, siano essi uffici finanziari, tecnici, amministrativi, contabili o di pubblica sicurezza.
Quindi, la più grande sfida sarà, nell’immediato, scegliere la strada da percorrere, quella dell’unione con altri comuni oppure restare tali, valutare con razionalità le opportunità o i limiti di tale scelta è, ad oggi, improcrastinabile.
La scelta condizionerà, e non poco, una serie molta ampia di riflessioni e l’unione tra i comuni limitrofi potrebbe generare economie altrettanto interessanti se non obbligatorie.
Nelle fusioni tra Comuni, l’iniziativa può essere avviata solamente a livello politico locale, la scelta finale spetta sempre ai cittadini delle singole comunità che si esprimono sulla fusione nei referendum consultivi obbligatori.
Nella scelta decisionale effettuata dai residenti i vantaggi finanziari ed i contributi economici finiscono per sommarsi algebricamente con i rischi “reali” o “percepiti” della fusione, determinando l’esito referendario.
Finora tutte le ipotesi contenute negli studi scientifici in materia di fusione sostengono che sono le piccole comunità quelle che avrebbero dovuto fondersi, in quanto inefficienti da un punto di vista dimensionale ed amministrativo, dunque per questo non più in grado di erogare i servizi alle loro rispettive popolazioni.
Tra gli studi più importanti è interessante menzionare, in tema di fusioni tra piccoli Comuni, il ragionamento di un ipotetico nesso di causalità tra la dimensione ridotta del Comune e la sua inefficienza amministrativa, che si è ritenuto possibile stimare attraverso il parametro dei costi amministrativi pro capite sostenuti dalle popolazioni residenti, come già indicato precedentemente.
Nel merito di Massimeno i vantaggi di una fusione deriverebbero da un maggiore peso specifico, politico e amministrativo, sia all’interno della stessa comunità di valle sia nel panorama provinciale e non solo, come già sopraccitato, si ridurrebbero i costi gestionali con altrettanti benefici per i censiti, vedasi l’annosa problematica della tariffa idrica che ha raggiunto importi oltre ogni soglia psicologica.
Il nuovo comune avrebbe particolari incentivi da parte della Provincia Autonoma di Trento che dalla stessa Regione del Trentino Alto Adige.
Aiuterebbe l’innovazione sociale, lo stesso sviluppo economico e turistico nel comune di Massimeno, che da anni è in oggettiva e palese sofferenza.
Con le indubbie risorse provenienti dalla fusione si potrebbero attivare ulteriori servizi primari che a Massimeno sono inesistenti o ridotti al minimo, inoltre, si andrebbe a supportare il carente personale dipendente, che attualmente consta di un solo dipendente fisso per la manutenzione.
La fusione potrebbe essere ampliata non solo con il comune di Giustino ma anche con quello di Pinzolo, che erano già stati accorpati per un breve lasso di tempo.
Di conseguenza si potrebbe usufruire come nuovo nominativo il brand internazionale denominato “ Madonna di Campiglio “ che attualmente è localizzato solo in poche decine di ettari, è un marchio sottoutilizzato dal valore immenso, come è spesso citato nelle rubriche e quotidiani economici nazionali, per il blasone turistico di livello internazionale.
Si avrebbe un unico comune denominato Madonna di Campiglio, i benefici sarebbero immediati, la casa, bene rifugio per eccellenza, le tariffe alberghiere , gli appartamenti in affitto, gli stessi impianti di risalita, avrebbero un notevole picco di rivalutazione.
Genererebbe un valore e una redditività sia nel breve che nel lungo periodo.
Spesso i campanilismi sono più pericolosi dei pregiudizi, vivono in noi contro noi stessi, eliminarli porterebbero solo benefici e con un pizzico di creatività, anche finalità economiche – finanziarie indubbie.
In conclusione, per il futuro abbiamo due opzioni, l’unione tra comuni è certamente, per la comunità di Massimeno, un obiettivo da perseguire con tenacia, l’altra è restare tali ma l’immobilità è un lusso che non possiamo più permettercelo.
A Noi, a Voi colleghi consiglieri, la scelta.
Alessandro Giacomini
Consigliere Comunale e Capogruppo Lista Civica per Massimeno
Consigliere Comunità delle Giudicarie