Quelli che… la toppa è peggiore del buco!
La lezioncina che il Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella ha ritenuto opportuno impartire attraverso lo striminzito compitino pubblicato su CampanediPinzolo e intitolato CASA CACAM, immagino avesse l’intento di spiegarci come e perché sia stato inevitabile abbandonare l’idea di ricostruire Casa Cacam (ovviamente nel superiore interesse dei Soci).
Peccato che la ricostruzione (della vicenda, non di Casa Cacam) non spieghi alcune cosette:
1) l’acquisto della proprietà di casa Cacam da parte della ex Cassa Rurale di Pinzolo è durato oltre un ventennio e si è completato agli inizi dell’anno 2019 (dopo quasi un trentennio in realtà, ndr) cioè alcuni anni dopo l’ importante investimento di ristrutturazione della sede di via Marconi (effettuato nel 2015/16) che l’ha resa moderna, funzionale e ampiamente adeguata all’esercizio dell’attività bancaria.
Perché, verrebbe da chiedersi? Cioè: se da anni si era deciso che ormai non aveva più senso trasferire in quell’immobile la Sede dell’allora Cassa Rurale di Pinzolo, perché completarne l’acquisto 3 o 4 anni dopo aver ristrutturato la sede di via Marconi?
Chiedetelo alla allora Cassa Rurale di Pinzolo, potrebbe essere l’ovvia risposta.
Perché non glielo avete chiesto voi prima di fondervi, verrebbe comunque da ridire.
Ma viene anche da chiedersi per quale misteriosa ragione, dopo la prima fusione avvenuta nel 2019, l’allora Presidente della neonata Cassa Rurale Adamello, mai smentita, diffondesse la seguente notizia: la “Commissione Immobili, sta rivisitando i progetti in modo che possano ottenere le necessarie autorizzazioni sia da parte degli Enti preposti al rilascio delle concessioni, che dalla capogruppo Cassa Centrale Banca, la quale deve autorizzarne la spesa. Sono entrambi progetti di grande pregio per le nostre comunità.”
(l’altro progetto è la demolizione e ricostruzione della filiale di Piazza Righi a Campiglio. Ndr)
A chiunque era parso che la succitata frase volesse dire che entrambe le ex proprietà immobiliari della Cassa Rurale di Pinzolo, diventate proprietà immobiliari della neonata Cassa Rurale Adamello, sarebbero state demolite e ricostruite.
Del resto il “permesso di costruire n. 508401 dd 10/06/2020 rilasciato dal Comune di Pinzolo ha per oggetto la demolizione e RICOSTRUZIONE della P.ED. N. 7/1”.
Cosa si era progettato di costruire? Forse un parcheggio? Non credo!
Quando la Cassa Rurale Adamello si è fusa con la Giudicarie Valsabbia Paganella, nel 2020 si sapeva dell’ipotesi di demolire e RICOSTRUIRE Casa Cacam? O è stata una “sorpresa”?
E, ancora, quando Pinzolo si è fusa nell’ Adamello e, soprattutto, quando quest’ultima si è fusa con la Giudicarie Valsabbia Paganella come mai non è stata posta
(dalla Carur di Pinzolo prima, dalla Adamello poi) alcuna condizione in merito alla destinazione degli immobili di proprietà apportati?
Oppure è stato fatto, e si è deciso solo poi di non rispettare gli impegni? Stento a capire.
Tuttavia è proprio agli zucconi come me che sarebbe necessario spiegare i vari passaggi! Perché gli zucconi, se non gli si spiegano per bene le cose, si mettono in testa strane idee!
2) La necessità di mettere in sicurezza l’area, non è nata in un non meglio definito “frattempo”, ma era evidente, e sollecitata dall’Amministrazione Comunale, da più di un decennio; pertanto non può essere questa la ragione per cui si è demolito l’immobile.
3) l’immobile che sorgeva nell’area che ora risulta transennata in quanto rimane la sua destinazione a cantiere, era aderente ad un’altra proprietà immobiliare (privata) che è stata demolita contemporaneamente a Casa Cacam. Immagino che la demolizione sia avvenuta in seguito ad un accordo tra le due proprietà (Istituto Bancario e privato) e che tale accordo stabilisse anche modalità e tempi della ricostruzione.
Sarebbe bello conoscere quali fossero i termini di quell’accordo.
E se saranno rispettati nonostante a seguito di una interlocuzione con l’Amministrazione Comunale sia emersa l’opportunità di mettere tale area al servizio della Comunità di Pinzolo e quindi ci si sia interrogati sulla utilità di proseguire con l’originario programma di trasferimento degli uffici.
4) Interessante sarebbe infine sapere per quale curiosa ragione il programma di trasferimento degli uffici avrebbe dovuto comportare due interventi: se fosse stato messo al servizio della Comunità di Pinzolo l’immobile di via Marconi, anziché l’area di Casa Cacam, o se l’immobile di via Marconi fosse stato ceduto a privati, non solo non ci sarebbe stato nessun esborso, ma probabilmente un sostanzioso introito, che avrebbe notevolmente ridotto i costi per il trasferimento degli uffici nella ricostruita Casa Cacam.
Avrei molte altre curiosità in merito a questa vicenda, ma… lascio perdere. Per ora.
In conclusione, pur consapevole che con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ribadisco che se i patrimoni immobiliari delle singole Casse Rurali fossero stati svincolati dalle attività bancarie oggetto di fusione ed affidati a fondazioni territoriali indipendenti, si sarebbe potuto determinare il destino di quei patrimoni con molta più saggezza, lungimiranza e, soprattutto, rispetto per coloro che quei patrimoni hanno contribuito a costruire.
Saggezza, lungimiranza e rispetto che non mi sembrano essere doti di cui sono forniti gli attuali vertici dell’Istituto, né, men che meno, quelli della “controllante” (CCB).
Tant’è che i patrimoni immobiliari delle storiche Casse Rurali sono stati regalati ad una S.p.A. mascherata da cooperativa!
Con la più o meno consapevole complicità di (quasi) tutti i soci, devo tristemente ammettere.
Quelli che… potrebbe andare peggio. E come? Potrebbe piovere! (cit. da Frankenstein junior)
Quelli che… quando succede un disastro, possono ribadire: “ta l’iva dit ca la sarìa vignüda fò cì”!
Quelli che… potendolo dire, devono tristemente aggiungere:
“ma oramai sum in li man di cu la gent chi, e nu si pöl pü farghi (quasi) nienti.”!
Lucio Binelli
NOTA: (tratta dalla pagina: “chi siamo” del sito de LA CASSA RURALE – A.G.V.P.
La Cassa Rurale Adamello è stata costituita nel 2019 dalla fusione tra la Cassa Rurale Adamello-Brenta (costituita a seguito della fusione della Cassa Rurale Alto Chiese, a sua volta costituita dalla fusione della Cassa Rurale di Bersone, fondata nel 1894, con la Cassa Rurale di Bondo Breguzzo Roncone, a sua volta costituita dalla fusione della Cassa Rurale di Roncone, fondata nel 1895, con la Cassa Rurale di Bondo Breguzzo, fondata nel 1909, nonché della Cassa Rurale di Tione, Ragoli e Montagne costituita a seguito della fusione della Cassa Rurale di Tione, fondata nel 1898, con la Cassa Rurale di Ragoli e Montagne, a sua volta costituita dalla fusione della Cassa Rurale di Ragoli, fondata nel 1907 con la Cassa Rurale di Montagne, fondata nel 1907, nonché della Cassa Rurale di Condino, fondata nel 1919), la Cassa Rurale di Pinzolo, fondata nel 1896, e la Cassa Rurale Val Rendena (a sua volta costituita dalla fusione della Cassa Rurale di Spiazzo e Javrè, costituita dalla fusione della Cassa Rurale di Javrè, fondata nel 1897 con la Cassa Rurale di Spiazzo, fondata nel 1898 nonché dalla Cassa Rurale di Strembo, Bocenago e Caderzone, fondata nel 1908 originariamente tutte costituite in base alla legge del 9 aprile 1873, BLI n. 70 (Bollettino delle leggi dell’Impero Austro-Ungarico) quali consorzi registrati a garanzia illimitata).
quelle elencate nella nota sono soltanto quelle del “ramo” Cassa Rurale Adamello; manca tutto il filone dell’ex Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella che trovate sul sito citato!