Rendiconto o spieganiente?
E’ da qualche tempo ormai che su questo sito si leggono prese di posizione pro o contro l’evento Campiglio "TREPERTRE" svoltosi lo scorso mese di marzo.
Neanche a dirlo la prima linea della difesa è occupata dalla battagliera Margherita Cogo, deus ex machina dell’iniziativa insieme agli assessori Anita Binelli e Walter Vidi.
Avevo definito, forse con una punta di ingenuità, questa iniziativa come "il salotto buono dell’Assessore Binelli" ma i numeri, ahimè, mi danno torto. Il Comitato 1550 è un autentico Bengodi dove sembra si distribuiscono lucrosi compensi, si ospitano persone che poi debbono essere anche "gestite sul territorio" e, dulcis in fundo, si viaggia in taxi. Il tutto, si badi bene, con tanto di “ricaduta locale” affinché sia garantito il finanziamento provinciale.
Ho letto il rendiconto pubblicato e ne sono rimasto francamente deluso perché tutte le curiosità che avevo sono rimaste inappagate. Mi chiedo se, già che c’erano, non lo potevano rendere ancora meno comprensibile, raggruppando tutti i costi della manifestazione in un’unica grande posta denominata "spese". Tanto, si saranno detti, cosa deve fregarne ad Alessandro Giacomini di come il Comitato spende i contributi che Comune e Provincia elargiscono, bontà loro, con tanta generosità? E poi, perché dobbiamo rendere conto delle nostre spese?
Di Giacomini, purtroppo per il Comitato, ce ne sono molti e ce ne saranno sempre di più perché la gente è arcistufa di veder spendere soldi pubblici come se fossero noccioline.
Per rendicontare in maniera veramente esaustiva i costi della manifestazione il Comitato dovrà produrre tutti i giustificativi di spesa perché solo da quelli si potrà capire, ad esempio, se gli importi spesi (tutti) gridano vendetta a Dio oppure se, tutto sommato, possono anche starci.
Non so con quali parole si potranno convincere gli scettici come me che 80.000 euro sono il minimo indispensabile per poter garantire adeguata ospitalità ai relatori che si sono alternati nei tre giorni di meeting. E non so con quali parole si riuscirà a spiegare alle tante persone che guadagnano stipendi normali come 60.000 euro possano essere un giusto ed equo compenso per chi si è occupato della direzione scientifica o di altre attività non specificate di un simile evento.
Spero comunque che il Comitato ci provi, perché le “note generali sulla manifestazione” in calce al rendiconto non hanno convinto nessuno.
Vorrei, ma so già che il mio resterà un mero desiderio, che anche il magnanimo Presidente Rossi e il Sindaco Bonomi rispondessero a due semplici domande: che bisogno c’è di un Comitato che, con soldi pubblici, promuove l’immagine di Madonna di Campiglio se già c’è un’Azienda di promozione turistica che se ne occupa per fini statutari? Per quale oscura ragione Provincia e Comune devono finanziare, per lo stesso scopo, un comitato privato?
Michele Cereghini