Ricordando Enrico Lucchini. Nino per chi lo conosceva.
Ricordando Enrico Lucchini. Nino per chi lo conosceva.
Nei giorni scorsi del tutto inaspettatamente e con grande dispiacere abbiamo dato l’ultimo saluto al nostro concittadino Enrico Lucchini per tutti Nino. Era uno di quegli uomini forti, pratici e intraprendenti che sapevano bene cosa significasse lavorare duro e soprattutto conosceva bene il significato della parola “sacrificio” avendo cominciato la sua vita lavorativa tra gli anni 40 e 50, in un epoca in cui, si lavorava duramente, con i guadagni che non erano certo proporzionati alla mole di lavoro svolta. Ha lavorato sodo Il Nino, creando col fratello nel corso degli anni la ditta di famiglia con l’acquisto dei primi camion. Significativa la testimonianza del fratello Battista, nel libro RICORDI PREZIOSI redatto dall’Amministrazione Comunale di Pinzolo nel 2010: “Di quella vita non rimpiango nulla, a parte la nostra voglia di farci una posizione, ma ad un prezzo forse troppo alto, perché si lavorava giorno e notte.” In tempi più recenti Si poteva notare la sua presenza continua e quotidiana alla guida di quel camion MERCEDES di colore verde che aveva una caratteristica particolare. Aveva il posto di guida a destra. Lo stesso Nino mi disse un giorno che in fase di acquisto del mezzo se lo era fatto allestire cosi per soddisfare una sua personale esigenza.
Era una persona buona Il Nino e la bontà la faceva trasparire in modo naturale dal suo sguardo e dai suoi occhi. Si poteva percepire la sua umanità e la sua genuinità e senso dell’umorismo – non mancavano spesso battute scherzose in dialetto stretto che facevano sorridere – sicuramente aveva un modo di rapportarsi con i suoi cari dimostrando il suo affetto in modo unico. Gli piaceva raccontare le tante vicissitudini della sua vita vissuta, gli anni pesanti e difficili, la nevicata del 1951 in cui si prodigò col fratello Battista e altri camionisti di Pinzolo a riaprire una Campiglio completamente isolata. I suoi ricordi di ragazzo: lo prova la testimonianza ricordo di uno dei suoi numerosi nipoti al termine della messa esequiale. “Tu che da piccolo andavi alla Cioca a piedi a prendere il latte, tu che con i tuoi amici andavi a chiedere le caramelle ai soldati tedeschi……” Si è conclusa così semplicemente, la vita di un uomo della nostra comunità, di un uomo che ha fatto dell’onestà e della rettitudine uno degli scopi della sua vita, di un uomo da cui prendere esempio che non mancherà solo ai suoi cari ma a anche chi lo ha conosciuto e apprezzato.