Rifugio Adamello Collini al Bedole: commemorazione Domani, domenica 3 settembre alle ore 11 presso la chiesetta vicino al rifugio
Rifugio Adamello Collini al Bedole: commemorazione
Domani, domenica 3 settembre alle ore 11 presso la chiesetta vicino al rifugio si terrà la tradizionale commemorazione della morte nel campo di concentramento di Mauthausen di Adamello Collini e di Giacomo Spada.
Riportiamo il testo dell’ANPI del Trentino. La sezione ANPI delle Giudicarie è dedicata ad Adamello Collini, medaglia d’oro al valore civile, orgoglio della gente di Pinzolo che gli ha dedicato un monumento nel parco del Ciclamino.
L’Anpi del Trentino, l’Anpi delle Giudicarie e il Gruppo Alpini di Pinzolo organizzano ogni prima domenica di settembre un incontro nei pressi del Rifugio Bedole, in Val di Genova, in ricordo della splendida figura di Adamello Collini.
Quest’anno, domenica 3 settembre, ad ore 11.
Sarà presente al ricordo il Presidente della gloriosa Sosat Luciano Ferrari
Adamello Collini non fu solo una splendida guida alpina, ma anche un martire della Resistenza. In contatto con la rete di soccorso di Giannantonio Manci e il gruppo partigiano di Gastone Franchetti, consegnato in gran parte alla Gestapo dalla spia Fiore Lutterotti, ha aiutato a passare in Svizzera, decine, forse centinaia di antifascisti, ebrei, renitenti alla leva, disertori tedeschi o soldati alleati in fuga, ricercati o perseguitati dai nazifascisti. A cinquantacinque anni nel suo rifugio alle Bédole, è stato catturato per una soffiata dai militi nazisti travestiti da disertori.
All’ interrogatorio del comandante Swarz risponde: Non sono a conoscenza del Codice di Guerra, ma, qualora lo conoscessi, al di sopra di questo Codice vi è una Legge che, anziché proibire, ordina di ospitare, in questi luoghi selvaggi, chiunque chiede aiuto. E’ la legge di Dio. Un autentico interprete di un cristianesimo adulto profondo, attualissimo, eccome, altro che retorica celebrativa, che sarebbe piaciuto subito al grande teologo Dietrich Bonhoffer impiccato a Flossemburg.
Ricordiamo lo straordinario contegno di un padre, che nella sua semplice determinazione seppe indicare al figlio, anch’egli in quel momento prigioniero, la via della dignità e dell’osservanza di un principio superiore, impressionando i suoi aguzzini.
Ma non basta sottolineare questo, perché, arrestato e tradotto dal Bedole a Pinzolo, Adamello Collini seppe rinunciare alla libertà che un giovane carabiniere gli offriva. Consapevole dei pericoli che il carabiniere al pari della propria famiglia correva, egli rinunciò ad evadere ed affrontò il suo durissimo destino.
Con lui furono catturati Giacomo Spada, Bortolo Donati e Attilio Serini. Moriranno tutti a Mauthausen. Adamello Collini nel sottocampo di Melk il 2 febbraio 1945. Durante lo spostamento dal campo di Bolzano verso il Brennero si verificò un rallentamento del treno che rese la situazione propizia per la fuga. Approfittarono di questa possibilità alcuni prigionieri, tra i quali Speranza e Buganza di Saone che si salvarono. Adamello Collini e Giacomo Spada, non abbandonarono quel treno, poiché temevano ritorsioni sulla propria famiglie. Adamello Collini aveva organizzato una via di fuga molto efficiente e in alcune occasioni riuscì a guidare sugli erti sentieri folte comitive, composte anche da venti persone. Il suo arresto fu un duro colpo per tutta la Resistenza in Trentino. Il 26 luglio 2000 è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile ad Adamello Collini e il 25 aprile 2002 la medaglia d’argento a Giacomo Spada dal presidente Azeglio Ciampi.