S.Stefano Carisolo: concerto di musica sacra del ‘600
In viaggio con Alessandro e Domenico Scarlatti –
Ensemble Ars suavis
L’Ensemble “Ars suavis” propone un omaggio ad Alessandro Scarlattti, del quale ricorre
quest’anno il 350° anniversario dalla nascita, ed al figlio Domenico; un viaggio
immaginario attraverso le città che li videro protagonisti tra la fine del ‘600 e la prima
metà del ‘700.
Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 – Napoli 1725) siciliano di nascita ma napoletano
d’adozione, fu uno dei più grandi operisti attivi tra la fine del XVII e inizio del XVIII
secolo. E’ poco conosciuto per la sua produzione sacra, in parte composta a Roma tra il
1703 e il 1706 periodo nel quale ricoprì l’incarico di Maestro di Cappella in S. Maria
Maggiore. Di questi anni è il mottetto Exultate Deo, tratto dal Salmo 80, per
l’undicesima Domenica dopo la Pentecoste. I mottetti Exsurge Domine e Ad Dominum
dum tribularer appartengono invece ad un gruppo più ampio di composizioni sacre
commissionate dal Principe Ferdinando de’ Medici per la Quaresima del 1708. La
concezione dei brani rivela lo spirito religioso dell’autore, che rinuncia volutamente, come
scriverà al committente, al “dilettevole gioco or delle voci virtuose or delli strumenti. Questo
è tempo di penitenza e di tenebre e, per li divoti, di severità e di humile raccoglimento”.
Nel periodo di massimo splendore della cosiddetta “Scuola Romana”, composta da un
gruppo di compositori attivi a Roma fra il XVI e il XVII secolo, l’incarico più prestigioso al
quale un musicista potesse ambire in ambito sacro era quello di Maestro di Cappella a
San Pietro.
Questo fu ricoperto a partire dalla metà del ‘500 da Giovanni Animuccia (Firenze 1520 –
Roma 1571), del quale ascolterete la Lauda Spirituale Benedetto sia lo giorno, canzone
sacra con testo in lingua italiana.
Ad Animuccia succedette Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina 1525 – Roma 1594),
sicuramente il massimo esponente della Scuola Romana, che mantenne l’incarico in San
Pietro sino alla morte. Il suo nome è associato al “Concilio di Trento” (1545 -1563), nel
quale si riformò anche la musica sacra spogliandola dagli artifici compositivi della scuola
franco-fiamminga, optando quindi per un linguaggio musicale più semplice e
comprensibile. Palestrina modellò il suo stile, seguendo tali indicazioni e cercando una
maggiore percettibilità e intelligibilità della parola. Un chiaro esempio è dato dal mottetto
Sicut cervus, tradizionalmente cantato durante la processione al fonte battesimale la
notte che precede la Pasqua, nel quale l’elaborato tessuto polifonico non nasconde, ma al
contrario mette in risalto il testo sacro.
Domenico Scarlatti (Napoli 1685 – Madrid 1757) è conosciuto soprattutto per le
composizioni per tastiera, che offuscano una cospicua e validissima produzione di
musica sacra e operistica. Del periodo romano (1715-1719) durante l’incarico alla
Cappella Giulia è il Miserere, che alterna il canto piano a versetti polifonici. Scarlatti nel
1719 si trasferì a Lisbona e nel 1727 si stabilì definitivamente a Madrid come maestro di
musica della principessa Maria Magdalena Barbara.
La Spagna, un secolo e mezzo prima della venuta di Scarlatti, conobbe un periodo di
grande splendore; numerosi furono infatti i compositori che per più di un secolo
scambiarono rapporti con i colleghi della scuola romana, come ad esempio Tomas Luis da
Victoria (Sanchidrián 1548 – Madrid 1611), che studiò a Roma immergendosi nello stile
post-conciliare prima di fare ritorno in patria. Nel mottetto O quam gloriosum est
regnum, scritto per la festa dei Santi, da Victoria sceglie un testo festoso e pieno di
speranza.
Un altro grande esponente della polifonia sacra spagnola è Francisco Guerrero (Siviglia
1528 – Siviglia 1599) del quale ascolteremo il Rorate coeli, antifona d’ingresso del tempo
d’Avvento.
Il villancico Con amores la mi madre, contenuto nella raccolta “Cancionero Musical de
Palacio” è stato composto da Juan de Anchieta (1462- 1523) ed elaborato per il gruppo
“The King Singers” da Bob Chilcott.