Sabato a Fiavé l’inaugurazione del nuovo Parco Archeo Natura
Un viaggio nella preistoria alla scoperta delle palafitte, Patrimonio mondiale UNESCO
Ai residenti nel Comune di Fiavé saranno riservate visite guidate gratuite nella giornata di domenica 27 giugno. Il parco sarà visitabile tutti i giorni fino al 10 settembre dalle ore 10 alle 18, in agosto dalle ore 10 alle 19. Dall’11 settembre al 31 ottobre sabato, domenica e nei giorni festivi dalle ore 10 alle 18.
Ideato e realizzato dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, il parco si estende su una superficie di 12.000 mq. È immerso in un contesto ambientale di grande valore, nello scenario suggestivo della riserva naturale, nei pressi dell’area archeologica dove sono tuttora visibili i resti dei pali che sorreggevano le costruzioni preistoriche. Le palafitte di Fiavé costituiscono uno fra i più importanti e spettacolari insediamenti della preistoria europea.
Il nuovo parco è il risultato di un lungo cammino iniziato con le prime ricerche archeologiche condotte da Renato Perini negli anni Sessanta e proseguite da Franco Marzatico, attuale soprintendente per i beni culturali del Trentino che ha elaborato il concept del percorso. L’antico lago Carera, divenuto torbiera, ha conservato per millenni preziose testimonianze e reperti messi in luce dagli archeologi e ora in parte esposti nel Museo delle Palafitte, situato nel centro dell’abitato di Fiavé. E proprio dai dati di scavo prendono vita le minuziose ricostruzioni del villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo, con capanne realizzate a grandezza naturale e con installazioni che evocano la “selva di pali”, per usare la definizione dei primi archeologi che indagarono le palafitte. Un’ambientazione che trasforma la visita in un’esperienza di scoperta e conoscenza coinvolgente e immersiva.
Varcata la soglia del parco il visitatore è accolto da una particolare installazione, un labirinto circolare creato con pali in larice e castagno, che riprende la decorazione di un vaso dell’età del Bronzo rinvenuto durante gli scavi nella torbiera.
Proseguendo, i resti dei pali che ancora emergono dall’acqua nella vicina area archeologica si trasformano in una installazione scenografica che ripropone la realtà spettacolare degli scavi, quasi come se il tempo si fosse fermato e invitasse all’esplorazione di inediti spaccati di vita di 3.500 anni fa. Una passerella sospesa sull’acqua diventa un nastro che avvolge il visitatore lungo un viaggio a ritroso nei secoli e porta alle capanne ricostruite sulla base dei dati scientifici, documentati nelle ricerche condotte dagli archeologi. Sono veri e propri esempi di bioedilizia ante litteram con pareti vegetali costituite da un sapiente intreccio di nocciolo mentre l’intonaco in terra cruda è eseguito con malta a base di argilla, sterco di bovino, legante naturale e fibre di paglia tritate. Di particolare effetto sono i fitti manti di copertura realizzati con canna palustre. La raffinata tecnica costruttiva delle capanne, così come l’ingegnoso reticolo di pali sul quale poggiavano le palafitte dell’ultimo villaggio testimoniano le abilità degli abitanti preistorici che si distinguevano anche nelle attività artigianali e agropastorali incluso l’allevamento di bestiame domestico. La riproposizione del villaggio e delle attività svolte dai suoi abitanti ci portano a riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura e sulle straordinarie capacità di adattamento alle condizioni ambientali. Un equilibrio delicato del quale oggi stiamo diventando sempre più consapevoli.
Corredano il percorso pannelli informativi in tre lingue (italiano, tedesco e inglese) e installazioni che scandiscono la vita del villaggio e illustrano le occupazioni quotidiane ai tempi delle palafitte: la lavorazione del legno, la metallurgia, la produzione della ceramica, la coltivazione della terra, la macinatura di cereali e l’intreccio di fibre vegetali. Richiamano le attività di allevamento e caccia gli animali, domestici e selvatici, realizzati a grandezza naturale con l’impiego di sostegni metallici ricoperti di torba (la materia dominante del luogo) che si incontrano lungo il percorso: vicino alle capanne la capra, la pecora e un bovino, verso il lago e la boscaglia il cervo, il capriolo, l’orso e il cinghiale.
Il centro visitatori è arricchito da filmati fra cui un cartone animato e apparati multimediali, mentre invitano al relax le aree di sosta e gli spazi dedicati alle famiglie e ai visitatori più piccoli. Numerose le iniziative proposte nel corso dell’estate dai Servizi Educativi della Soprintendenza: dai laboratori per cimentarsi con antiche tecniche e saperi alle visite guidate partecipate, agli incontri con gli archeologi per approfondire temi particolari e scoprire aspetti inediti.
La realizzazione del parco e la sua promozione nel contesto della valorizzazione dell’offerta territoriale è il risultato della collaborazione di numerosi soggetti che nel corso del tempo hanno unito capacità e sforzi per la valorizzazione e la restituzione al pubblico del sito palafitticolo di Fiavé, straordinario patrimonio collettivo.