Serodoli area sciistica? Ora non è una priorità
Durante l’assemblea dei soci il 6 settembre, la Società Funivie Madonna di Campiglio ha riportato all’attenzione generale l’importanza, a parere degli impiantisti, dello sfruttamento sciistico dell’area Serodoli. Nonostante il veto sulla questione posto dalla giunta provinciale, in carica fino al 2018, le 5 mila firme contro l’ipotesi di sfruttamento raccolte dalle associazioni ambientaliste ed il parere contrario formulato da Agenda 21 (agenzia che formulò lo studio commissionato dalla Cdv) lo scorso anno, le Funivie fanno intendere che non hanno abbandonato l’idea di impianti e piste in zona 5 Laghi.
Tra quel recente passato e il presente ci sono state le elezioni amministrative, che a Pinzolo hanno premiato Michele Cereghini ed in Comunità un presidente della Valle del Chiese, Giorgio Butterini, il quale subentra alla campigliana Patrizia Ballardini. È cambiato dunque lo scacchiere politico e forse entro il 2018 potrebbero anche cambiare gli equilibri.
Chi rimane fedele alla posizioni di allora è il Parco Naturale Adamello Brenta, il quale con un conchiuso del Comitato di valutazione liquida la questione ritenendo che l’opera non appare sostenibile, sia dal punto di vista ambientale e geomorfologico, sia per il basso incremento di competitività derivante da un ampliamento di 15 chilometri. Il presidente dell’ente, Antonio Caola, è in scadenza: «So perfettamente che su questa posizione potrebbe giocarsi la mia rielezione – dichiara – ma sono disposto ad accettare il rischio, non abbiamo mai fatto barricate, ma abbiamo sempre valutato analiticamente costi ambientali e benefici. Tra il lago Serdoli e la Busa dei Cavai è pieno di massi, servirebbero sbancamenti enormi. E inoltre dal lago si pompano 35 litri al secondo per l’acquedotto di Campiglio. Senza contare il pregio naturalistico estivo della zona».
Per contro anche l’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena non si sposta di un millimetro dalle posizioni di un anno fa: «Il Cda dell’ente sul documento di Agenda 21 si espresse in maniera chiara – ricorda il presidente Marco Masè – Serodoli è alla stessa quota del Grosté sopra i 2.500 metri ed è strategica per lo sci. Un impianto porterebbe in quota anche chi oggi non può accedere a quei panorami e il grande incremento della Dolomeetcard dimostra che la clientela utilizza gli impianti anche d’estate per andare in quota». La politica territoriale per ora sta alla finestra. «Abbiamo problemi stringenti da qui al 2018 – dichiara Cereghini, – se si presenterà questa ipotesi valuteremo tutti gli aspetti, da quello politico a quello economico ed ambientale». Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio Butterini. «Vedremo – dichiara – dove va il turismo, come si orienteranno gli amministratori della Rendena, se ci saranno formule alternative. Oggi gli scenari cambiano rapidamente».
di Elena Baiguera Beltrami – http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/