Tre storie, dalle stelle alle stalle
Samantha va nello spazio: astro fra gli astri; prima donna italiana che taglia un simile traguardo. Il suo viaggio inizierà fra poche ore: il traguardo della vita, raggiunto da una ragazza di Malè preparata, studiosa e caparbia. Gran bell’esempio di un Trentino che non teme il confronto col mondo. La stella di Daria brilla invece alla Corte costituzionale e – per un gioco degli astri che solo Samantha può spiegare – la sua luce arriva sino al palazzo di fronte: il Quirinale, prossimo a perdere il principale inquilino. Il solo fatto che si parli di lei come di una dei possibili candidati alla presidenza della Repubblica è qualcosa di più di una notizia. Margherita, che diceva di battersi tanto per le donne, è invece finita in un buco nero. Aveva davanti l’occasione della vita: perfetta per far dimenticare qualche zona d’ombra del passato e per far capire a tutti che, anche in politica, le donne hanno una marcia (e un’etica) in più. E invece s’è dimessa dal partito che prometteva battaglia ai vitalizi d’oro – un Pd sin troppo silenzioso, per non dire prono – per poter difendere al meglio il suo dorato futuro. Da lei ci si aspettava un gesto in linea con tante cose dette. Gesto che non è arrivato. Tre storie molto diverse, quelle di Samantha Cristoforetti, di Daria de Pretis e di Margherita Cogo. Da una parte, c’è il sogno di una bambina – Samantha – che aveva deciso di andare sulla luna e che dimostra che anche i più improbabili sogni si possono realizzare a pane e sudore. Dall’altra c’è la carriera (inarrestabile) di una ragazza trentina: «ex rettore dell’Università di Trento, Dna risoluto ma anche un po’ modaiolo», per dirla con Denise Pardo (sull’Espresso), Daria de Pretis non ha mai sbagliato una mossa. E anche per questo, com’è ovvio, non ha lasciato solo amici (anzi) lungo il suo travolgente percorso. Dall’altra ancora c’è la mesta parabola di una politica – Margherita Cogo – che è stata sindaca di una realtà importante (Tione), prima donna alla guida della Regione, prima donna vicepresidente della Provincia e prima donna capace di dimettersi dal partito che le ha dato gran parte di questo per difendere i propri privilegi. Due belle storie e una pessima lezione.
di Alberto Faustini
Quotidiano Trentino del 23 novembre 2014