Turismo, il futuro è la Green Economy
Prospettive Daldoss: «Necessario preservare il territorio». Durnwalder: Alto Adige attento alla sostenibilità
«Turismo, il futuro è la green economy»
Dibattito a Caderzone: «Finito il tempo dei grandi investimenti
«E’ finito il tempo
dei grandi investimenti, del
turismo-specializzato e dei
grandi numeri». Un appello alla
sostenibilità, al rispetto ambientale
e a una fruizione del
territorio più lenta e rispettosa
arriva da Caderzone Terme. Venerdì
sera palazzo Lodron Bertelli
ha ospitato il dibattito«Progettare il futuro del turismo
nelle aree alpine» organizzato
dal Gruppo donne Renderla
presieduto da Luisa Romeri.
Relatori d’eccezione, una sala
riempita da un pubblico di
circa 200 persone (tra cui diversi
sindaci) e un dialogo non banale
che ha lasciato da parte gli
slogan e fatto spazio alle idee:
questi gli elementi della serata
moderata da Mariangela Prandi,
docente di Economia e gestione
delle imprese all’Università
di Trento. A dare il la al dibattito,
al quale sono intervenuti
tra l’altro l’assessore alla
Coesione territoriale e all’urbanistica
della Provincia di Trento
Carlo Daldoss, l’ex Landeshauptmann
Luis Durnwalder
e l’ex direttore del Buonconsiglio
Franco Marzatico, le questioni
poste dalla moderatrice.
«Per competere a livello globale— ha fatto notare Franch —
è opportuno che il Trentino riconosca
l’esistenza di due modelli
di turismo: quello della
specializzazione e dei grandi
numeri (praticato finora ad
esempio in vai di Fassa, vai di
Sole e sul Garda) e l’altro che
punta sulla differenziazione
dell’offerta tramite la valorizzazione
del territorio in una logica
di green economy». «In un
momento in cui c’è stata una riduzione
almeno del 10% delle
risorse finanziarie pubbliche
disponibili per la spesa è necessario
fare delle scelte — ha incalzato
i relatori Franch —. Il
decisore pubblico deve canalizzare
i finanziamenti in maniera
molto chiara e anche i privati
devono mostrare capacità e
volontà di investire per cofinanziare
l’innovazione e lo sviluppo
del turismo».
L’assessore trentino Daldoss
ha risposto ricordando la «volontà
della politica urbanistica
di conservare e valorizzare il
territorio». Ha quindi sottolineato
la necessità di «arrivare a
concentrare le risorse disponibili» facendo delle scelte che,
secondo Daldoss, potrebbero
ricadere sulla green economy,«la strada per rendere ancora
speciale il nostro territorio».
Un turismo più lento, più attento
a non creare un negativo impatto
ambientale, ritmi e abitudini
di vita ecocompatibili: queste
le ricette per il futuro del turismo
trentino elencate nel corso
del dibattito di Caderzone.
D’accordo si è mostrato Luis
Durnwalder: «E importante
che il paesaggio sia amato prima
di tutto dalla popolazione
locale, poi lo sarà anche dai turisti». Come Franco Marzatico,
Durnwalder ha posto l’accento
sul concetto di sistema turistico
e culturale indicando la
componente artistico-architettonica
come un’opportunità di
completamento dell’offerta turistica
tradizionale. In sintonia
con l’ex presidente altoatesino,
Marzatico ha descritto la valorizzazione
del patrimonio culturale
come un «elemento differenziante» positivo e lamentato
un’ancora presente competizione
tra i musei trentini.
L’esempio di come traghettare
il turismo provinciale verso
una nuova epoca? Arriva
dall’Alto Adige, ha detto Durnwalder,
rispondendo a una
domanda posta da uno spettatore.
Negli scorsi anni il Sudtirolo,
ha ricordato l’ex-governatore,
ha infatti investito in maniera
più diffusa di quanto lo
abbia fatto il Trentino, che ha
puntato invece su un turismo
meno differenziato.
M.R.