Turismo in crisi a Campiglio, colpa dello Spesometro?
Leggo oggi su "L’Adige" un articolo dal titolo "Campiglio: Turisti vip in fuga dal fisco" (www.ladige.it) dove il presidente degli albergatori trentini Luca Libardi afferma che il calo delle presenze presso le strutture ricettive di Madonna di Campiglio non sia legata soltanto al quadro economico e finanziario nazionale ed internazionale. «Se una delle località principe dell’arco alpino come Campiglio registra un calo, significa che un certo target di clientela snobba le località top della montagna per un determinato motivo» premette Libardi, che cita le nuove regole introdotte circa un mese fa attraverso il cosiddetto Spesometro.
Invito il presidente Libardi a dare un’occhiata ai prezzi degli hotel di Campiglio nel periodo estivo e si accorgerà che sono mediamente inferiori a quelli di molti hotel di Pinzolo. A mio modesto parere, la crisi di Campiglio (in particolare quella estiva) ha origini molto più antiche del Governo Monti. Tra le tante cause metterei: la perdita dell’identità turistica estiva, la mancanza di una seria politica di promozione verso i mercati esteri emergenti, un’immagine invernale che è fortemente in contrasto con l’immagine estiva, la mancanza di manifestazioni di richiamo legate all’offerta estiva di Campiglio (cioè, la montagna; ricordo che l’anno scorso, a parte il "mistero" del "Mistero dei Monti", le uniche manifestazioni che mi hanno segnalato erano su temi religiosi, es. www.campanedipinzolo.it/articolo.php?num=20110809082252), l’eccesso di offerta alberghiera (almeno per la limitata domanda estiva), e, ovviamente, la crisi. E’ troppo facile cercare le colpe sempre lontano (come per la stagione invernale dare la colpa alla poca neve)…