Val Nambrone: la funivia abbandonata
Leggendo sull’annuale del Parco Adamello Brenta annuale del 2006 sono rimasto senza parole:
“In Val Nambrone un progetto che anno dopo anno sta prendendo forma, assumendo carattere strategico: il ripristino ambientale delle acque manomesse dalla realizzazione delle opere idroelettriche eseguite dall’ENEL attorno alla metà del secolo scorso. Il progetto si compone ormai di diversi tasselli: il recupero e la messa in sicurezza dei laghi in quota manomessi da opere di spillamento, il ripristino ambientale/paesaggistico e la messa in valore complessiva della Val Nambrone e dei laghi di Cornisello, il ripristino paesaggistico dell’area della diga di S.Stefano all’imbocco della Val Genova con lo smantellamento del bacino e la riconfigurazione dell’intera area, gli interventi per il rilascio del DMV nei torrenti interessati da prelievi idroelettrici eccessivi, in primis il Rio Algone, e infine l’impulso al ‘Progetto Salmerino’ già delineato dalla Carta Ittica della Provincia – a cui il Parco intende imprimere una decisa accelerazione dal 2006, in considerazione del fatto che la ricostituzione della popolazione di Salmerino alpino, pesantemente condizionata proprio dagli svasi dei bacini concomitanti con l’esecuzione delle opere di spillamento, rappresenta certamente una delle priorità naturalistiche.
Tutti questi progetti, ormai definiti nelle loro linee principali o già oggetto di progetti di massima o studi di fattibilità sono oggi sul tavolo della P.A.T. che dovrà farsi carico di intavolare un confronto/trattativa con l’ENEL, responsabile della realizzazione di opere che oggi costituiscono sicuramente degli sfregi ambientali, per richiamarla alle proprie responsabilità e per spuntare le risorse necessarie alla realizzazione degli interventi previsti che, oltre a ricucire ferite mai cicatrizzate, possono rappresentare un’occasione di intelligente valorizzazione del territorio”.
Trovo molto scandaloso che non si sia fatto ancora niente per togliere questo obbrobrio di teleferica.