8 marzo: Festa della Donna
Elena Guerrini, autrice-attrice di narrazione e donna anticonvenzionale (nonché felicemente sovrappeso), mette in scena con una formula auto-ironica e spiazzante un tema che le sta molto a cuore: la dipendenza femminile dal mito della magrezza, e la conseguente ossessione delle diete.
Così è nata la sua protagonista-alter ego Winnie Plitz, sulla falsariga della Winnie beckettiana di Giorni felici. Circondata da un mare di riviste femminili, accanto a sé ha una grande borsa dalla quale tira fuori una serie infinita di oggetti, tutti rigorosamente rosa: Barbie-feticcio, occhiali, spazzole, specchi, abat-jour, scarpe e bijoux. Oggetti che le danno identità ma che la condizionano.
«È vero che il nero sfina, il rosa ingrassa e i tacchi slanciano?», ripete come in un mantra, stretta in un tutù fucsia. In un set che fa il verso alla tv trash, Elena Guerrini alterna la battuta all’invettiva, dalla «Rosalina che piace grassottina» di Fabio Concato ai secchi (e crudeli) dati statistici sul business della bellezza, dalla chirurgia plastica alle diete-capestro.
Dalla risata si passa al coinvolgimento emotivo, toccando i tasti segreti di ogni donna. «Siamo descritte dai media come campionesse dell’incastro», dice Elena Guerrini. «Sempre di corsa dal lavoro alla palestra, su tacchi a spillo 12. Seguendo un modello unico di bellezza, siamo lanciate all’inseguimento della perfezione assoluta. Ma ci crediamo veramente?». Lei – divertendo il pubblico – instilla il dubbio, e lancia la parola d’ordine sovversiva: «Bella tutta!». Compresi i difetti, che ci rendono uniche, irripetibili.
Uno spettacolo di e con: Elena Guerrini
Regia: Andrea Virgilio Franceschi
Responsabile di compagnia: Lisa Momenté
Scenografia: Martina Troiano
Costumi: Esuberanda
Organizzazione e distribuzione: Eugenio Maria Longo