Campiglio: assemblea della Cassa rurale di Pinzolo
Oscar Lavezzari, consigliere uscente è stato riconfermato con 218 voti. Al posto di Albert Ballardini, vicepresidente in scadenza e non più rieleggibile per aver completato il numero di mandati concessi dallo statuto, è stato eletto Matteo Bonapace con 186 voti. Anche lui, come Albert, di Madonna di Campiglio. Ha 25 anni, si è laureato a marzo in economia. Pieno di entusiasmo, ha chiesto ai soci di poter mettere a disposizione dell’ente le sue conoscenze e di poter fare esperienza “con passione e umiltà”. Anche perché sarebbe sua intenzione impegnarsi a lavorare nel suo paese. Aspirazione accolta. Nel mondo della cooperazione sentimenti, democrazia, disponibilità e sensibilità etica sono un patrimonio di valori ancora vivo. Tant’è che la prima dei non eletti è riuscita Alice Maffei, una donna, giovane anch’ella, che con 127 ha ottenuto un voto in più di Fabio Vidi (ex consigliere, sponsorizzato in assemblea da Lucio Binelli, candidato che aveva annunciato di ritirarsi dalla competizione per favorire la nomina di Vidi sul quale aveva invitato tutti a votare per la sua “grande esperienza”). 94 voti sono andati a Stefano Maffei “Bastiàn” e 63 a Daniele Maturi “Carnéra”. Il bilancio, che presentava un utile di esercizio di 1.774 079 euro, è stato approvato all’unanimità, con i soci a complimentarsi con Cda, direttore e staff operativo per la qualità del lavoro compiuto. Ma l’aspetto più apprezzato dai soci – presenti in 595 rispetto ai 508 dello scorso anno – nella riunione tenutasi domenica pomeriggio nell’auditorium del Centro Congressi di Madonna di Campiglio, è stato il bilancio sociale, con la notevole cifra di 312.086,39 euro erogati alla collettività in beneficenza, sponsorizzazioni ed iniziative a sostegno delle associazioni e degli enti operanti nel volontariato, nella cultura, nello sport, nella ricreazione e nella promozione della località a livello di immagine (basti pensare ai 40.000 euro annui dal 2006 al 2010 per il ritiro della Juventus). Il presidente Roberto Simoni ha anche informato sul nuovo assetto dato ai dipendenti e della nomina a vicedirettore del dottor Gianfranco Salvaterra “persona cui va riconosciuta, oltre alle conoscenze tecniche una grande umanità”. Nella circostanza sono stati omaggiati con un cesto di prodotti locali gli autori delle fotografie su “scorci caratteristici nella nostra valle e nei nostri paesi” pubblicate sul calendario 2009 dell’Ente. Sono di Luciano Feltracco, Gianluca Leone, Fiorenzo Maestranzi, Daniele Maestranzi, Paolo Luconi Bisti, Vito Giuseppe Caola, Petra Rodigari, Marco Maganzini, Walter Vidi, Mauro Binelli e Mauro Devilli. Analoga iniziativa è stata proposta per il calendario del prossimo anno sul tema “gli alberi si vestono con i colori delle 4 stagioni….”. Per la prima volta nella storia dell’istituto sono stati premiati con una targa i soci con 50 anni di iscrizione alle spalle: Delfo Ambrosi, Augusto Beltrami, Vito Giuseppe Caola, Giacomina Frizzi, Enrico Lucchini, Remo Maffei, Liliana Serafini e il geometra Arnaldo Collini, scomparso purtroppo qualche settimana fa. A ritirare la targa la figlia Patrizia. L’assemblea ordinaria era stata preceduta da una parte straordinaria con il notaio dottor Franceschetti. Sono state apportate alcune modifiche allo statuto. A quelle previste dalle nuove normative sono stati aggiunti dei cambiamenti, di notevole valenza, che hanno lasciato molti soci alquanto perplessi, per non dire contrariati. Anzitutto è stata reintrodotta la delega. All’assemblea fino a ieri poteva votare solo chi vi ci si recava, per evitare raccolte di schede e votazioni pilotate. Col prossimo anno si torna ad un sistema che in passato aveva condizionato molto gli esiti delle assemblee. Il secondo cambiamento, ancora più radicale, prevede la revoca del limite dei tre mandati per gli eletti. Un provvedimento che aveva permesso utili ricambi in Cda e consentito ai giovani di venir votati e fare esperienza all’interno della direzione. Quest’ultimo provvedimento ha colto di sorpresa l’assemblea. Antonio Caola ha chiesto perché non si fossero informati preventivamente i soci, magari includendo nell’invito il testo dei mutamenti o promuovendo opportune riunioni. Tant’è che si sono avuti parecchi voti contrari all’enunciato. E le critiche dopo la riunione – molti non hanno avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso perché chiamati a fornire il loro nome al notaio – sono state parecchie. Il provvedimento, se vi fosse stata prima una discussione franca ed aperta fra i soci, si sarebbe potuto anche approvare, ma in questo modo ha avuto il sapore di un golpe. E’ l’unica nota negativa ad un’assemblea che ha dimostrato una volta di più quanto la Cassa rurale sia radicata sul territorio, il consenso di cui gode e il ruolo fondamentale di volano dell’economia e della vita sociale che vi svolge.[/A_CAPO]