Circonvallazione: dibattito sulle tre ipotesi
“La Pineta è un bene irrinunciabile, una realtà irriproducibile. Difendiamola! Per Pinzolo essa ha lo stesso valore che la Conca verde ha per Madonna di Campiglio. Non va assolutamente toccata, né messa in pericolo.” Con queste parole Mauro Mancina mercoledì sera nella sala conferenze della biblioteca, affollata come poche volte, ha espresso il sentire comune della popolazione, ne ha interpretato le preoccupazioni e i timori, prima che l’ingegner Massimo Caola Gèri passasse all’illustrazione dei progetti di circonvallazione del centro abitato ipotizzati dalla Pat. L’iniziativa della riunione è venuta da “obiettivo comune”, il forum dei consiglieri di minoranza, presenti tutti al tavolo dei relatori. Ad ascoltarli più di 120 persone, un pubblico variegato, con esponenti della maggioranza, il presidente del consiglio comunale Claudio Cominotti, l’onorevole Olivieri, e tante, tante persone, di cui molti giovani, “fuori dalla politica”, ma particolarmente sensibili all’argomento. Il tema infatti riveste importanza vitale per il futuro, non solo di Pinzolo, ma anche di Giustino, di Massimeno e di Carisolo; in termini di qualità della vita, di rispetto dell’ambiente e di uso corretto delle risorse offerte dal territorio. Che non va sciupato, bensì protetto e valorizzato, dato che quello rimasto integro sul territorio è ormai poco. Percorrere in automobile il capoluogo rendenese, specie nei periodi di punta, è un problema, con pericoli sia per chi guida il mezzo, sia per chi si muove a piedi nell’abitato. Per non parlare dell’inquinamento: le vie trafficate ridotte a una camera a gas, continue fermate, intasamenti, code a non finire. Da quasi quarant’anni si auspica una soluzione, da trent’anni si producono disegni, studi, ipotesi progettuali… col coinvolgimento di tecnici, periti di geologia, esperti di viabilità, con spese non indifferenti… Negli ultimi quindici anni ci hanno messo le mani anche i politici…Ora i tempi sarebbero più che maturi per passare ai fatti. “Chissà che questa non sia la volta buona!” ha commentato Massimo Caola nell’illustrare i percorsi e le caratteristiche dei tre progetti (a, b, c) sottoposti al giudizio della V.I.A. proprio alcuni giorni fa. Tutti e tre i percorsi partirebbero da una rotonda realizzata qualche centinaio di metri a nord della circonvallazione di Caderzone ultimata da poco. Due (a e c) risalirebbero la valle in fregio al fiume Sarca, (sulla sinistra orografica), il terzo ( b )sarebbe costituito da una galleria ricavata nella montagna a mattina di Giustino e di Pinzolo. Le soluzioni a e c sono simili. Avrebbero un percorso comune, fuori terra e in galleria aperta sotto la chipa della Cava Maffei a valle di Giustino; di qui la “c” attraverserebbe il fiume e in galleria curva sotto “La Fasè” eviterebbe il parco della Pineta ; la “a” invece dalla “chipa” proseguirebbe diritta attraverso il parco passando in tunnel sotto i campi da calcio per riemergere qualche decina di metri dopo la passerella in legno che attraversa la Sarca. Da lì proseguirebbe in trincea aperta nella zona dell’ex maneggio, entrerebbe di nuovo in tunnel nelle vicinanze del ponte di San Rocco ed uscirebbe oltre il ponte di San Luigi per ricollegarsi con un svincolo alla statale. E’ questo il “progetto di riferimento” proposto e caldeggiato dalla Pat, ma contestato fortemente dalla popolazione per il suo impatto con la Pineta. La soluzione alternativa, tutta in galleria, dal Gal di Giustino fino a nord del ponte di San Luigi di Carisolo, non avrebbe alcun problema ambientale. Per di più consentirebbe di recuperare la voragine della cava Maffei buttandovi materiali estratti dal tunnel, e non penalizzerebbero gli abitati col passaggio di autocarri e con l’apertura di cantieri in zone frequentate dai turisti. La Pat l’avrebbe progettata a doppia canna, il che comporterebbe costi elevati. L’ingegner Caola ha dimostrato, dati alla mano, come invece essa si possa realizzare “a canna singola con cunicolo di servizio” ed una spesa molto più ridotta, come pretestuose siano state le motivazioni addotte dal Pat (di natura legata alla normativa europea o alle condizioni geologiche) per negarne la fattibilità. Sarebbe questa la soluzione ottimale, quella auspicata da tutti quassù.