Gemellaggio della Banda di Pinzolo con quella di Vaprio d’Adda
Le famiglie di Vaprio d’Adda, industriosa borgata del milanese situata sulla sponda destra dell’emissario del Lario, da una ventina d’anni vengono a trascorrere l’estate in campeggio ai masi di Plàza, all’imbocco di Val Brenta poco lontano dall’abitato di Sant’Antonio di Mavignola. Durante questo tempo hanno creato un solido rapporto di amicizia con le istituzioni, con le associazioni e con i residenti. Flavio Maturi, uno dei più anziani suonatori della banda comunale di Pinzolo che ha familiarità con molti di loro, si era fatto promotore di scambi di visite e di altre iniziative volte a rinsaldare questi legami, tanto da spingere i responsabili verso un gemellaggio tra i due paesi a livello di corpi bandistici. Suggellato domenica scorsa (24 maggio) nella cittadina lombarda dopo un concerto riuscito molto bene dei due corpi musicali. Prima hanno suonato i rendenesi diretti dal maestro Franco Puliafito, poi si sono esibiti i padroni di casa fra gli applausi scroscianti della popolazione; quindi la cerimonia del gemellaggio stretta fra i due presidenti alla presenza delle autorità, allietata da una torta tutta speciale, creata per l’occasione. Per Pinzolo aveva accompagnato il coro l’assessore alla cultura Carola Ferrari. Partiti in pullman da Pinzolo la mattina presto i coristi, prima di raggiungere Vaprio, hanno potuto visitare Bergamo alta e i suoi monumenti, una sosta che è stata molto apprezzata. Alcuni di loro, che recitano nel Filò, hanno potuto mostrare ai loro colleghi lo splendido scenario naturale dove due anni fa presentarono lo spettacolo della “Danza macabra” in omaggio ai Baschenis, i pittori che l’avevano dipinta sulla chiesa di San Vigilio e che in quella città tenevano “bottega”. Andrebbe anche ricordato che Simone, l’autore del Ballo della Morte di Pinzolo, dell’abside della chiesa di san Vigilio e dello stupendo San Giovanni Battista nell’altare di San Rocco sicuramente influenzato da Leonardo, dovrebbe essere passato anche lui da Vaprio d’Adda a “rubare” qualche spunto (rocce sfumate, piante ed altri elementi) al genio da Vinci, che vi aveva dipinto la villa dei conti Melzi d’Eril.[/A_CAPO]