Gli studenti di terza media a Mauthausen il 27 gennaio
Il 27 gennaio, giorno della memoria, gli studenti di terza media della Val Rendena erano nel campo di concentramento di Mauthausen. Per ricordare…fra gli altri, la medaglia d’oro al valor civile Adamello Collini, guida alpina di Pinzolo, e la medaglia d’argento Giacomo Spada, pastore di Strembo morti di stenti in quel lager. Erano stati catturati dalle SS in Val Genova sul finire della seconda guerra mondiale per aver aiutato a fuggire in Svizzera attraverso le montagne uomini della resistenza e militari alleati, ed erano stati internati nel campo di sterminio austriaco. L’iniziativa, voluta da Carola Ferrari, insegnante ed assessore alla cultura del comune di Pinzolo, si ripete ormai da quattro anni ed è diventato un appuntamento imperdibile per gli alunni di tutta la Val Rendena che concludono il terzo anno di scuola media, un’esperienza dalla quale i ragazzi tornano veramente colpiti, dalla quale apprendono più che da un intero libro di storia. Al viaggio, meglio sarebbe chiamarlo pellegrinaggio, effettuato su due pullman, hanno partecipato ben 104 alunni, accompagnati da 8 professori. Con loro Anselmo Spada, figlio di Giacomo e le nipoti di Adamello Collini Ivonne e Presanella. Sostenuto dal comune di Pinzolo nell’ambito del Piano Giovani è durato 3 giorni. Nel primo, soggiorno a Linz con visita alla città e al castello di Hartheim, dove erano state installate le camere a gas trasferite nel 1940 a Mauthausen; nel secondo visita a Mauthausen, all’abbazia e al sottocampo di Melk dove si spensero i due martiri rendenesi; e nel terzo ritorno con fermata a Salisburgo per un omaggio alla città di Mozart sulle vestigia dei “nostri” Lodron. Il lager coperto di neve, stretto in una morsa glaciale, li ha molto impressionati, pensando a quei poveri cristi costretti a farvi fronte malvestiti e malnutriti. Oltre a i resti della scalinata e del forno crematorio, di cui si avvertiva la presenza come un incubo sul campo.
Emilia Albertini
Il viaggio è stato organizzato dal Comune di Pinzolo per il Piano giovani e coordinato dalla vicario proff.ssa Emilia Albertini la quale ha anche preparato l’opuscolo informativo distribuito agli alunni la settimana precedente il pellegrinaggio.
“Possiamo riassumere con queste righe il profondo significato di questo Pellegrinaggio: dobbiamo ricordare le sofferenze dei popoli che hanno visto migliaia dei loro figli venire brutalmente e sistematicamente trucidati nei campi di concentramento, dobbiamo ricordare che il 27 Gennaio 1945 tutto questo è cessato, dobbiamo ricordare che è nostro obbligo di esseri umani non permettere che odio e violenza possano riportare gli incubi passati. Insomma dobbiamo per sempre ricordare … e sicuramente qualcosa anche i nostri ragazzi hanno acquisito.
L’attenzione all’orrore veniva da se. Mentre si camminava sulla fredda neve del campo di Mauthausen fasciati da sciarpe, berretti, guanti, con comodi e caldi scarponcini, si ascoltava la guida che descriveva la giornata dei deportati, che subivano il “progetto di sterminio”, pressoché nudi. Era sempre inverno ma del ’44-‘45. Ad ogni affermazione della guida i ragazzi si stringevano sempre più nel loro giaccone imbottito. Sembra impossibile. Eppure in quelle piccole stanze ci stavano 200 deportati in mutande e canottiera. Dormivano in tre per mantenere il calore. E poi quelle fredde, sotterranee camere a gas riempite dal silenzio del nostro calore umano.
E ancora il castello di Hartheim, la cosiddetta “clinica degli esperimenti” a pochi chilometri da Linz, è una costruzione dove fino dal 1939 venivano «gassati» i bambini minorati e che poi è stato usato per tutti i deportati inabili al lavoro: nessuno è uscito vivo da lì. L’entrata è maestosa, all’uscita un respiro di sollievo che da ai ragazzi un senso di liberazione.
Verso sera l’appuntamento era al sottocampo di Melk. Una tristissima e fredda costruzione: una piccola stanza con al centro un forno crematorio e alle pareti targhe ricordo a memoria dei tanti congiunti drammaticamente deceduti tra i quali Adamello Collini e Giacomo Spada. Un momento di raccoglimento ha riunito tutti per riflettere, dopo aver constatato l’eccesso del male di cui gli uomini sono capaci.”
Emilia Albertini