I GIOCHI DI QUANDO ERO PICCOLA
Ora che non sono bambina ricordo i giochi che facevo con i miei coetanei, sia a scuola dove dopo pranzo si giocava tutti insieme a calcio o a pallavolo facendo finta di essere le paladine dei cartoni animati dove
la mitica Mimi Haiuara faceva roteare la palla e la schiacciava sul pavimento. Io ero piuttosto scarsa a pallavolo, invece mi piaceva giocare a calcio nel ruolo di portiere.
Ricordo poi che a scuola, sul prato grandissimo dopo pranzo, imitando la famiglia Bradford, anche noi tentavamo di fare la “torre umana” ma con esiti non positivi; infatti nello scavalcarci ci facevamo male e cadevamo a terra con richiamo a volte dei maestri.
Poi c’ era il gioco dell’elastico che tentavo di fare a casa con mia cugina .Era un vero disastro per me che rischiavo di rimanere sempre prigioniera della lunga matassa bianca.
In cortile del condominio si giocava a nascondino, palla prigioniera, un due tre stella ,dove, or con passo di leone si avanzava, ora con passo di granchio si indietreggiava, mentre un bambino oltre il traguardo contava.
Una volta mentre contavo, un bambino mi ha morso la gamba e, a distanza di quasi 40 anni ,mi domando come mai ho meritato di essere morsa!?!!!
Sulle scale che portavano nel cortile di casa dove non ci si poteva sedere io e le mie amiche la sera d’estate, quando non ero a Caderzone con i nonni, giocavo a carte.
Le carte di scala 40 mi cadevano in terra perché’ avevo le mani più piccole di ora; nonostante questo mi piaceva giocare perché vincevo quasi sempre.
Poi c’era il gioco chiamato Mondo, dove si disegnava con un gesso o un pezzo di mattone rosso un rettangolo diviso al suo interno in 6 caselle numerate. Ci si metteva fuori dal rettangolo sul lato corto e si gettava nella prima casella un legnetto , con un passo si andava dentro, ci si chinava, si prendeva il legnetto e poi ritroso si saltava indietro. Se il passo veniva fatto correttamente si lanciava il legnetto nella casella numero 2 e con un altro saltellato si procedeva. Ora non ricordo come erano i passi nella progressione dei numeri, forse pirolette e salti degni di acrobati.
Con la mia mamma nel corridoio di casa giocavo ad Asino, tirandoci la palla e perdevo sempre perché la prendevo e allora al primo sbaglio ero una A, alla seconda una AS, fino ad essere ASINA se non l’afferravo per cinque volte. Nella mia infanzia, dato che non ero molto abile con la palla, sono stata Asina molte volte, ma con la mamma era bello giocare!
Con il papà a dama ma lui imbrogliava e vinceva sempre!
Con mio fratello giocavo alle pozioni magiche o alla lotta per cui mia nonna ci diceva in dialetto cremonese:” Basta, vi siete addosso come i maiali!”, ma noi non la ascoltavamo molto.
Scommetto che ora tutti i giochi che facevo i bimbi super tecnologici non li conoscono perché’ ora sono impegnati già con i cellulari, gli scambi interattivi. Tutto quello che la società degli anni 2000 ha portato con sé, nel bene e nel male ha forse cancellato i giochi sani di 30 anni fa.
Viva il gioco, poi se si gioca nella natura in montagna è meglio.
Paola Irsonti