Le Fiabe della Memoria – I Fantasmi
Queste storielle sono il frutto della mia memoria ricostruttiva. Secondo la teoria ricostruttiva la memoria consiste in un processo di ricostruzione del passato e il ricordo non è una copia fedele degli eventi ma una interpretazione e l’oblio e’ dovuto alla trasformazione dei ricordi. Ricostruiamo i ricordi sulla base di schemi, conoscenze, stereotipi, aspettative, emozioni, esperienze, trasferimenti inconsci.
La vita è una fiaba, Raccontiamola.
I Fantasmi
Queste storielle sono il frutto della mia memoria ricostruttiva. Secondo la teoria ricostruttiva la memoria consiste in un processo di ricostruzione del passato e il ricordo non è una copia fedele degli eventi ma una interpretazione e l’oblio e’ dovuto alla trasformazione dei ricordi. Ricostruiamo i ricordi sulla base di schemi, conoscenze, stereotipi, aspettative , emozioni, esperienze, trasferimenti inconsci. La vita può essere una favola, raccontiamola.
Alla fine del pomeriggio Nora e le sorelle dovevano portare il latte nelle famiglie del paese dove abitavano ed in quello vicino. Le bottiglie di latte, erano da mezzo litro e cosi le borse non pesavano molto. Talvolta, Nora, andava fino alla osteria della pescicoltura, era un lungo tragitto, tra alberi e prati, il latte era contenuto in un piccolo secchiello di alluminio con il coperchio. Nora era come una di casa in quelle famiglie ed era benvoluta; entrava, prendeva la pignatta dall’armadietto e vi versava il latte. Era l’ora di cena, la famiglia era a tavola e con i volti sorridenti ringraziavano Nora del gentile servizio. A dicembre quando arrivava Santa Lucia e portava i doni ai bimbi anche per Nora c’era un piccolo dono. Una giorno d’estate alla fine di questo quotidiano servizio Nora e la sorella Rosetta dovevano recarsi in montagna dal babbo che si trovava in un casolare. Spesso d’estate si recava là a falciare quei ripidi prati per raccogliere ulteriore fieno per le mucche. Era il tardo pomeriggio, le due bambine camminavano spedite lungo la strada di montagna e quando arrivarono al capitello della Madonna era sopraggiunto l’imbrunire. Poco dopo il capitello iniziava il sentiero che si inoltrava nel fitto bosco. Qui sopraggiunse la paura. Rosetta iniziò a piangere e a dire che vedeva qua e là i fantasmi, Nora non li vedeva e chiedeva continuamente dove fossero. Forse erano i bianchi tronchi delle betulle che si affacciavano timidamente sul sentiero mossi dal vento. “Guarda, guarda uno là, diceva Rosetta, un altro più su“ e intanto acceleravano e l’andatura divenne quasi una corsa. Rosetta era una bambina con molta paura ma bisognava capirla , era ancora angosciata dal fattaccio che era successo alcuni giorni prima.
Al casolare il babbo teneva alcune galline e Rosetta un giorno doveva fare la guardia affinchè non arrivasse la poiana, quell’uccellaccio era sempre in agguato. E cosi avvenne: Le galline razzolavano sparse a destra e a sinistra sull’erto pendio, come faceva la poveretta a sorvegliarle tutte! La poiana arrivò, afferrò una gallina e la portò via nel fitto bosco. Rosetta era spaventatissima. Il babbo poco dopo arrivò e la sgridò per non aver sorvegliato le galline a dovere!
Rosetta continuava a piangere sul ripido sentiero e di fantasma in fantasma finalmente il bosco finì e arrivarono alla radura da dove si scorgeva il casolare. Era quasi notte. Che giornataccia! Il babbo era contento di vederle, la cena era pronta, un fumante minestrone bolliva nel “lavigiòl” che pendeva dalla catena sopra il focolare. Il lavigiòl era una specie di paiuolo di ghisa con quattro “peduncoli“ che lo sostenevano quando veniva messo in tavola. Il minestrone era buonissimo e insieme mangiarono anche la spressa, uno squisito formaggio fatto dal babbo di Nora che era casaro. I disagi di quella giornataccia non erano ancora finiti. Dopo la cena il babbo mostrò loro i giacigli per dormire che aveva preparato. Erano delle semplici coperte da fieno distese una vicino all’altra sul fienile. Nora non sopportava di dormire sul fienile, quel cri cri incessante del fieno secco le sembrava nascondesse tanti grilli. Ma la stanchezza ebbe il sopravvento su tutto anche sui grilli e Nora si addormentò quasi subito di un sonno profondo e tranquillo.