Le Fiabe della Memoria – La bambina con le sgalbere
La bambina con le sgalbere
Queste storielle sono il frutto della mia memoria ricostruttiva. Secondo la teoria ricostruttiva la memoria consiste in un processo di ricostruzione del passato e il ricordo non è una copia fedele degli eventi ma una interpretazione e l’oblio e’ dovuto alla trasformazione dei ricordi. Ricostruiamo i ricordi sulla base di schemi, conoscenze, stereotipi, aspettative, emozioni, esperienze, trasferimenti inconsci.
La vita è una fiaba, Raccontiamola.
C’era una volta una vispa bambinetta che abitava in un paesino di una verde valle del Trentino. Nora, così si chiamava la bambina, aveva due treccine bionde corte corte, era molto vivace e curiosa, amava correre felice sul grande prato che circondava la sua casa e arrampicarsi sui numerosi alberi da frutto. Il prato finiva ai piedi di un grande pendio alla sommitÁ del quale Nora e amichette si sdraiavano parallelamente al pendio, braccia lungo i fianchi, si lasciavano rotolar lungo il pendio; era il gioco dei salami rotolanti. Si divertivano moltissimo a fare questo gioco.
La sua famiglia aveva una piccola fattoria con diversi animali: mucche, vitellini, due maiali e numerosi gatti. Il giorno del compleanno di Nora arrivò in visita la zia Maria; era una donna alta con i vestiti lunghi, aveva uno scialletto con le rose rosse sulle spalle. Portava come orecchini 2 grandi anelli sottili. La zia faceva un po’ di soggezione a Nora. Zia Maria aveva una borsa di pezza e come maniglie due grandi cerchi. La zia tiro’ fuori dalla borsa un pacchettino per Nora. Ecco il tuo regalo disse. Nora apri con grande curiositÁ il pacchettino e….che sorpresa …un paio di sgalbere (le sgalbere sono una specie di scarponcini con la zeppa di legno, la tomaia di pelle, allacciate sul davanti). Nora le indosso’ immediatamente e comincio’ a correre sul prato. Si sentiva un po’ strana con quelle scarpe nuove ma voleva sperimentarle e poi mostrarle alla sua amica Michela e così si diresse verso il giardino di Michela, Correndo passo’ davanti al cespuglio di lillÁ , prosegui sotto l’albero delle mele di S. Lorenzo (le avevano chiamate così perché maturavano a S. Lorenzo) finalmente arrivò alla staccionata che delimitava il giardino; spinse lateralmente le due asticelle della staccionata che loro due avevamo appositamente staccato sul fondo e passo’ attraverso il varco. Michela era la’ che giocava con l’ ulaop, ed esattamente faceva il giro attorno alla fontanella delle anatre ulaoppando. In modo regale! Che brava, Nora la ammirava molto. Lei non riusciva a fare roteare quel cerchio attorno alla vita. Ogni volta che ci provava, al primo ancheggiare l’ulaop si schiantava al suolo! Che belle scarpe che hai, disse. michela, e’ la prima volta che le vedo, si disse Nora sono nuove sono il modello sgalbere! Il giardino i Michela era un posto magico per Nora. Al centro c’era una fontana circolare che si incuneava nel suolo, al centro c’era una asticella dalla quale fuoriusciva uno zampillo. Alcune anatre vi sguazzavano felici. Sul lato destro c’era la casetta delle tortore con il balconcino in alto dal. Quale andavano e venivano le tortore garrendo. Sul lato sinistro c’era un grande ciliegio all’ombra del quale c’era un grande tavolo di legno attorniato da due enormi panche. Quello era l’angolo dove consumavamo le gustose. merende che la mamma di Michela ci preparava. Il giardino di Michela era il più bello del mondo pensava Nora tornando a malincuore a casa sua avrebbe voluto rimanere la’ tutto il giorno!