Lettera di Ciaghi a De Battaglia
Preg.mo dottor De Battaglia,
Le scrivo per sentire un suo parere in merito a quanto sto per esporle.
Nei giorni scorsi ho appreso dalla stampa locale della minaccia/ultimatum lanciata al SAIT dagli attuali responsabili della F.C. di Pinzolo dove si afferma di voler abbandonare il Consorzio se entro il 29 settembre non avrà aderito alle loro richieste. Il problema riveste un’importanza straordinaria. Si tratta di rinnegare le origini e le motivazioni per cui era nata la F.C. e gli oltre cento anni di storia lungo i quali aveva costruito la sua credibilità e la sua identità interpretando un ruolo fondamentale nel contesto socio economico della nostra comunità, all’insegna dei valori che stanno alla base del nostro vivere civile e del nostro sentire cristiano. L’obiettivo sembra quello di voler passare dall’altra parte, di voler entrare in quel mondo di commercianti per far fronte ai quali don Guetti aveva pensato, ideato e creato la cooperazione: un mondo, quello cooperativo, dove trasparenza, cultura del dialogo, rispetto della dignità della persona dovrebbero essere fondamentali.. Da socio della F.C. di Pinzolo, proprio in omaggio a questi valori, davanti ad una decisione di questo spessore, stravolgente, mi sarei aspettato di non averla dovuta apprendere da un quotidiano. In passato di fronte a questioni anche di minor peso la FC cooperativa si era premurata di informare la base sociale, spiegandole pro e contro di eventuali iniziative, chiedendo dei pareri anche con questionari, riunendo delle assemblee ove confrontarsi con tutti prima di assumere certi provvedimenti sul mondo della cooperazione e sui suoi principi: valori talora sacrificati davanti a scelte commerciali, di sviluppo o di profitto ammiccanti. Ma che si finisce sempre per pagare a caro prezzo. Come è successo in passato e come ho l’impressione stia purtroppo per accadere di questi tempi nel settore del consumo.. Anche per scelte improvvide della Federazione. Che ha riconosciuto e legittimato DAO e CONAD, cooperative al servizio di imprenditori privati (il cui unico scopo è il profitto) in concorrenza con i negozi della Famiglie cooperative, e che ha provocato e sta producendo danni enormi. Sia come immagine sull’esterno, sia all’interno, in Sait. Dove emergono comportamenti poco rispettosi del discorso democratico: chi si trova in minoranza nelle decisioni, anziché accettare gli indirizzi votati dai più, si sente in diritto di ricattare il Consorzio, minacciando di andarsene. In fondo passando da SAIT a DAO si rimane sempre nel movimento cooperativo! Operazione questa che, data la sua importanza e gli enunciati degli statuti delle Famiglie cooperative, dovrebbe avere alle spalle, minimo minimo, l’esame, la discussione e l’approvazione dell’assemblea dei soci e non venir gestita nell’ambito di un consiglio di amministrazione o seguire gli umori e le ambizioni personali di un presidente. Il mondo e gli atteggiamenti del liberismo sono penetrati, come un cavallo di Troia, nei gangli della cooperazione, ne stanno corrodendo la struttura sociale, minando le basi.
Penso che un richiamo alla solidarietà e ad una maggior comprensione dei bisogni degli altri sia oggi più che opportuno, insieme ad una revisione che la Federazione deve fare sullo “stato”, sulle “condizioni” di chi ha i requisiti di socio, tenendo conto non solo degli aspetti “formali”, ma di quelli sostanziali, entrando nel merito, con senso di responsabilità, ed assumendo con coerenza i provvedimenti conseguenti. Quanto poi al Sait, vorrei ricordare che esso appartiene alle Famiglie cooperative e che le sue scelte e la sua gestione dipendono in gran parte da esse, dai loro rappresentanti e dalla loro qualità. Per farlo funzionare bene occorre metterci il muso, non abbandonare la nave, perché il Sait non ha mai abbandonato nessuno nel momento del bisogno fin dalla sua nascita.
Sul quotidiano il TRENTINO di venerdì 27 giugno 1913, all’indomani del tremendo incendio che distrusse Pinzolo, si legge: “Per i bisogni più urgenti la Direzione del Sindacato agricolo industriale, in vista del carattere straordinario del disastro, memore della fedeltà di quei cooperatori, mette ha disposizione in proprie merci Corone 1000”. Il giorno appresso sabato 28 giugno, sempre sul TRENTINO, compare l’elenco delle offerte raccolte in tutta la regione, giunto a 1958 Corone con la precisazione: “…provvederemo perché i danari vengano spediti ancora in giornata a Pinzolo. Oggi il Sindacato spedisce colà il suo primo autocarro di merci”.
Vorrei aggiungere un’ultima considerazione. Nella relazione dell’ultima assemblea dei soci della Famiglia cooperativa di Pinzolo venivano sottolineati gli ottimi rapporti con Sait. Uno si chiede cosa sia successo quest’anno di così grave per arrivare a questo punto. L’esercizio finanziario 2008/09 della F.C. di Pinzolo chiude al 30 settembre, e con esso si conclude anche il mandato dell’attuale presidente. Che la prossima assemblea potrà confermare o meno. Mi riesce difficile, soprattutto sul piano etico, giustificare l’uscita dal Sait negli ultimi giorni di un mandato, condizionando così il futuro del nuovo consiglio di amministrazione. Senso di responsabilità e rispetto dei soci pretenderebbero che tale decisione venga portata, esaminata e discussa nella prossima, imminente assemblea dei soci.
Ringrazio per l’ospitalità e saluto cordialmente,
Giuseppe Ciaghi