Noi dell’alpe. Storie in cammino
Alla Casa Cüs e nelle malghe una “costellazione” di mostre fotografiche
La Casa Cüs di Darè, nel comune di Porte di Rendena, ospita fino al 17 settembre una suggestiva mostra fotografica: “Noi dell’alpe. Storie in cammino”. È aperta tutti i giorni tranne il lunedì, con orario 16.30 – 21.30 ed è a entrata libera (per aperture a gruppi extra orario, chiamare lo 0465-321370); alla mostra principale a Darè, si affiancano quelle negli alpeggi che hanno collaborato al progetto.
A curare la mostra e gli allestimenti nelle malghe è stata Roberta Bonazza, che ha collaborato anche al restyling di Casa Cüs. Come si legge sul volantino di presentazione: «Dove conducono i passi degli uomini e degli animali che ogni stagione salgono sull’Alpe? Come interrogano il nostro tempo le loro storie? Una mostra sentiero sulle transumanze alpine, per lasciare traccia di un dialogo aperto tra l’uomo e il territorio. Una costellazione di alpeggi e di luoghi per raccontare… noi dell’Alpe».
L’assessore comunale alla cultura, Paola Chiappani, spiega: «Questa mostra ha avuto il suo esordio lo scorso anno a Malga Calvera, per volontà della Pro loco di Vigo Rendena: la loro idea fu quella di intervistare i vecchi malgari oppure i loro figli e nipoti. Con questo patrimonio di testimonianze, organizzarono un primo allestimento nello stallone della malga che, per l’occasione, fu metà stalla e metà mostra. Erano esposte le foto dei malgari e del loro lavoro. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha avviato un restyling di Casa Cüs. Fino all’anno scorso la chiamavamo anche “Cose Casa Cüs” a indicare che qui sono raccolti tutti gli oggetti del tempo passato. Il cambiamento ha previsto di portare questi oggetti al piano inferiore, per liberare quello superiore da dedicare alle mostre temporanee.
Così l’idea della Pro Loco è stata ampliata e sono stati coinvolti molti altri alpeggi, dandoci modo di creare un progetto condiviso, che abbraccia una porzione vastissima del territorio delle Giudicarie. Il fatto che nei singoli alpeggi siano stati creati piccoli allestimenti fotografici, crea un particolare senso di lavoro collettivo, così come è collettiva e comune a tutto il territorio la tradizione dell’alpeggio».
Spiegano i curatori: nella mostra c’è «l’avventura di uomini che hanno contribuito a mantenere la fisionomia del paesaggio. Un modo per garantire sussistenza alle piccole comunità cercando l’erba per gli animali in quota, salvando così il fieno nel fondovalle per affrontare l’inverno. La mostra restituisce i volti e le storie degli alpeggi coinvolti nel progetto, con una sezione dedicata alle Malghette di Darè».
A questo racconto per immagini hanno contribuito gli alpeggi Ritorto (Madonna di Campiglio), Fevri (Monte Spinale), Lodranega (Bondo) e Nambino (Madonna di Campiglio); ha collaborato il Museo della malga di Caderzone Terme. «Tutte le piccole comunità hanno un’estensione di proprietà in quota, per lo più gestita collettivamente. Un tempo, tra questi alpeggi, v’era il rischio di competizioni feroci per l’erba. Oggi le storie in cammino disegnano un percorso di scambio e conoscenza reciproca».