Omaggio a Bolognini nei 150 anni dell’Unità d’Italia
Un sabato, quello del 24 settembre, tutto per i 150 dell’unità d’Italia, ed in particolare in onore di Nepomuceno Bolognini, garibaldino di Pinzolo, colonnello delle camicie rosse, etnologo, letterato e fondatore della Sat, morto a Milano nei primi anni del Novecento, quasi in esilio, lontano da quella terra che aveva tanto amato e alla quale aveva dedicato il meglio di sé.
Gli alunni delle medie, convenuti al PalaDolomiti da tutte le scuole della Val Rendena, hanno visitato il museo delle cere, dove sta la sua statua accanto a quella di Ippolito Nievo, e trascorso la mattinata nell’auditorium ad ascoltare il prof. Renato Paoli, lo storico Danilo Mussi e il presidente della Sat Piergiorgio Motter. Costoro hanno delineato la figura del Bolognini nella poliedricità dei suoi interessi e richiamato la sua attività con relazioni intervallate dalla messa in scena da parte del Filò da la val Rendena di alcune leggende sulla Val Genova, narrate dallo studioso nelle sue opere, dove i diavoli e le streghe relegativi dal Concilio di Trento l’hanno fatta da protagonisti. La giornata si è conclusa la sera con una tavola rotonda moderata da Lucio Binelli sulla figura del patriota e sulla situazione del Trentino e dell’Italia ai suoi tempi.
Appassionati gli interventi del dottor Marco Collini, a difesa dell’impero austroungarico, di Franco De Battaglia, che ha cercato di spiegare le ragioni di quanti si erano schierati per l’Italia, l’amore per la montagna che li animava e il ruolo della Sat, e di Nanni Rossi, venuto da Mantova insieme al sindaco di quella città e al Coro Tre Laghi a cantare Fratelli d’Italia, con il pubblico, assai numeroso, in piedi ad ascoltare in silenzio e poi ad applaudire. Sul palco anche il Coro Presanella: Ha cantato le maitinade raccolte dal Bolognini, ciascuna preceduta dalla lettura da parte del maestro Massimo Caola dei brani esplicativi scritti dall’etnologo, ed interpretate in maniera veramente coinvolgente e suggestiva. E’ stata questa la prima volta che il suo paese, dopo avergli dedicato un monumento in occasione del centenario della Sat, si è occupata della sua figura, dei suoi scritti e della sua opera, rimasta per tanti anni sconosciuta ai più nonostante il suo indubbio valore, riscoperta negli ultimi tempi da Tranquillo Giustina, purtroppo scomparso, opera omnia pubblicata in maniera encomiabile da Edi Ren di Tione.