Pinzolo: Radio Colonia
E’ un libro che dovremo leggere tutti “Radio Colonia: emigrati italiani in Germania scrivono alla radio”. Si tratta di un saggio di Giuseppe Sala e Giovanna Massariello Merzagora comparso di recente nella collana “Libreria” della UTET. Illustra le condizioni, il disagio e le umiliazioni patite da tanti nostri connazionali andati a cercar lavoro in terra tedesca nell’immediato dopoguerra. Ci aiuterebbe a capire meglio la situazione di molti extracomunitari venuti da noi e a comportarci di conseguenza. Gli autori, raccolte ed esaminate le lettere di migliaia di migranti italiani, ne riportano le più significative e ci offrono uno spaccato reale, veritiero, per certi aspetti sconvolgente, delle difficoltà incontrate da quei lavoratori, non solo nei rapporti con la società tedesca, ma con gli stessi rappresentanti delle autorità e delle strutture di assistenza italiane all’estero. Fa meditare. Allo stesso tempo rende omaggio a quelle persone che si sono prodigate per aiutarli a risolvere i loro bisogni. In questo contesto un ruolo di primo piano svolse Radio Colonia dal 1961 al 1980 con la rubrica “Le risposte dell’esperto” condotta da Giacomo Maturi di Pinzolo, tornato ora in Rendena a godersi una serena vecchiaia. Maturi rispondeva ad alcune lettere durante il programma, a tutte le altre per iscritto. Ci ha detto di aver ricevuto circa 50.000 missive in due decenni; tutte conservate nell’archivio dall’emittente. Analizzate, studiate e commentate sono diventate l’oggetto del prezioso volume. Colmano un vuoto di conoscenza nel panorama dell’emigrazione italiana del dopoguerra, quella che si diresse verso Francia, Belgio, Svizzera e Germania, e di cui si conosce poco nonostante avesse coinvolto ben due milioni di persone. Le lettere, nel loro linguaggio stentato – un italiano spesso in lotta con il dialetto di casa, infarcito da qualche espressione tedesca – documentano il tutto con grande immediatezza e straordinaria efficacia. Erano rivolte ai problemi più pressanti: trovare un alloggio, la discriminazione, l’isolamento sociale, la segregazione, il tema della lontananza, la condizione delle donne, nuovi amori, divorzi, le difficoltà del comunicare, infortuni e malattie, previdenza e sussidi, pagare le tasse, documenti e burocrazia, le poste e i viaggi, i guai con la giustizia, la radio, parlare dell’Italia, risparmi e progetti. Maturi veniva richiesto di un parere o di un consiglio. Che seppe dare con grande professionalità, tanto da acquisire notevole considerazione e prestigio, e da meritarsi riconoscimenti anche dalle autorità tedesche. Ricorda “i lavoratori sistemati nei primi anni in camerate collettive, specie di lager, e poi esposti a un mercato immobiliare selvaggio in cui i padroni di casa si rifiutavano di affittare agli stranieri oppure pretendevano cifre esose, spesso per appartamenti in stato miserevole e sovraffollati…”; rammenta come “molti immigrati rinunciassero a ogni svago e vivessero volutamente ritirati, pensando solo al momento del ritorno a casa, tutti concentrati ad accumulare una cifra sufficiente per acquistare in patria una casa o dei campi o per avviare una piccola attività commerciale” e il loro stato d’animo. Spesso si sentivano abbandonati dalla madre patria, traditi dal governo cui si rivolgevano perché “non consumi le sue energie nel fare dei forzi (sic!) per potere sistemare la mano d’opera italiana all’estero, ma che faccia qualcosa di meglio di procurarci un lavoro nella nostra Italia che è il desiderio di tutti noi”. [/A_CAPO]
[strong]Giacomo Maturi[/strong], di Pinzolo, dopo gli studi di giurisprudenza compiuti a Milano alla fine degli anni Cinquanta si reca in Germania con una borsa di studio e trova presto occupazione quale esperto nell’ambito dell’assistenza ai migranti, non solo italiani, che cominciavano ad affluire a centinaia di migliaia per soddisfare le esigenze dell’economia tedesca. Lavora dapprima alla Caritas, poi alla Ford, per poi affermarsi come interprete e pubblicista esperto di pubblicazioni informative per Gastarbeiter, i lavoratori ospiti, così come allora la società tedesca chiamava e percepiva i migranti. Parallelamente inizia la sua collaborazione con Radio Colonia, responsabile della rubrica “le risposte dell’esperto” che condurrà per vent’anni. Oggi si gode la sua Pinzolo.[/A_CAPO]