Pinzolo: Sopralluogo della GdF alla terra sequestrata
Lo scorso febbraio la Guardia di finanza intervenne a Pinzolo e mise sotto sequestro un mucchio di terra depositato provvisoriamente su un proprio terreno dai fratelli Luciano ed Eugenio Binelli. La cosa ebbe rilievo sulla stampa. Così vennero spiegati i fatti dagli interessati. “Mi era andata proprio di mente la data” – aveva esclamato Luciano Binelli.
“Avevamo depositato provvisoriamente del materiale ricavato dagli scavi su una striscia di terra intestata a mio fratello Eugenio quando avevamo iniziato la costruzione di due villette, una per ciascuno, poco distanti, con l’intenzione di recuperarlo e di spargerlo intorno alle casette una volta ultimate. Si tratta di un’area situata appena di là da Via Bolognini, la strada provinciale, tra il piazzale a sud delle stazione di partenza delle Funivie per il Doss del Sabion e l’Hotel Garnì Maffei, un’area intestata a mio fratello Eugenio, appartenente un tempo alla famiglia. Avevamo il permesso di tenere lì il materiale fino all’autunno scorso. Stavamo portando a termine i lavori in cantiere quando è caduta la neve, in anticipo rispetto agli anni passati. Così tra me avevo pensato di provvedere a recuperare la terra in primavera. Mai avrei immaginato che qualcuno mi volesse bene al punto di ricordarsi della data e provocare l’intervento della Guardia di Finanza e il sequestro”.
La mattina di venerdì 8 aprile nuovo sopralluogo della Guardia di finanza con un piccolo scavatore, questa volta sollecitato dall’ingegner Eugenio Binelli. Che spiega: “Sono stati fatti 10 sondaggi per prelevare 3 campioni di terra setacciata da un litro cadauno, allo scopo di procedere alla caratterizzazione del terreno in vista del suo riuso.