Pinzolo: Un ricordo di Gianni Binelli
A questo mondo c’è chi “nasce con la camicia”, come recita un vecchio adagio, e si trova il percorso dell’esistenza spianato da tante circostanze favorevoli, e chi invece è chiamato dal destino a dover affrontare fin da piccolo, spesso da solo, situazioni problematiche, piene di difficoltà, tra sofferenze e incomprensioni. E’ questa la considerazione che hanno fatto molte persone venerdì pomeriggio su al cimitero di San Vigilio, dove, compartecipi di un dramma sofferto in cuor suo da ognuno, avevano accompagnato nel suo ultimo viaggio terreno Gianni Binelli, geometra, morto a 63 anni, un’età considerata oggi ancora giovane. Si è spento tra le braccia del figlio, che lo stava assistendo amorevolmente nella sua vecchia casa di Ruina; ha cercato di rianimarlo col medico di famiglia, purtroppo invano. Gianni se ne è andato così, senza disturbare nessuno, come era nel suo carattere di persona dignitosa, schiva, vittima di un male che non perdona e che da tempo ne minava la salute. Aveva avuto una vita difficile, dalle disavventure con l’impresa di famiglia alla necessità di aiutare la moglie malata, Marilena Fantoma, scomparsa diversi anni fa, ancora giovane, al pensiero di far crescere il figlio, e più tardi di assistere l’anziana madre, e poi i suoceri. Tutto sulle sue spalle, spalle larghe, di persona che ha sempre accettato la sua sorte con serenità, sulle quali ha caricato ogni problema per risolverlo senza lamentarsi mai. E poi le esigenze del lavoro, lo studio di geometra da portare avanti. Senza mai pensare a se stesso, alla sua salute. C’era tanta gente del paese che si rivolgeva a lui, data la sua competenza, la puntualità e l’onestà dei prezzi, soprattutto per piccoli interventi nelle vecchie case, per una pratica, per un consiglio. Ma aveva realizzato anche opere significative, come il restauro di malga Ritort sopra Madonna di Campiglio, costruita a tempi record dopo il tremendo incendio’ che la brucio’ per intero con cento capi di bestiame carbonizzati, ed altri interventi di rilievo. Aveva gusto, sapeva rispettare l’ambiente e progettare in armonia col paesaggio. Aveva l’abitudine, rara purtroppo nelle direzioni dei lavori, di controllare di persona quotidianamente sui cantieri il procedere delle opere. Era sempre di corsa, raro si concedesse qualche minuto di respiro, l’occasione per scambiare qualche parola con gli amici: una battuta spiritosa, qualche considerazione sugli andazzi della politica – lui era sempre stato di animo socialista, quando essere socialisti significava stare dalla parte dei lavoratori e di chi più ne aveva più bisogno – , ma in lui si sentiva soprattutto tanto calore, disponibilità verso il prossimo e tanta umanità. Il paradiso quaggiù se lo è guadagnato! Ne sono convinti tutti.[/A_CAPO]